Libri:vietato scontare

Consumi e società
Norma anti Amazon: mai più sconti oltre il 25% sui libri
Roma 1 Agosto 2011
Una norma appena approvata al Senato in via definitiva fissa un tetto agli sconti che le librerie possono fare sui libri (fisici e digitali). È la legge Levi 1, ma è già nota non ufficialmente come "legge anti Amazon", perché sembra pensata soprattutto per ridurre la possibilità dei grandi negozi on line - come quello del gigante americano Amazon - di fare grossi sconti sui libri. Il provvedimento arriva tra le polemiche di consumatori ed esperti: si teme che l'effetto sia il rincaro del costo dei libri.
La legge stabilisce che le librerie non potranno più fare sconti liberi, ma al massimo il 15 per cento sui prezzi di copertina. In casi particolari, si potrà arrivare al 20 per cento come per le offerte all'interno di un salone del libro o destinate ad organizzazioni no profit, biblioteche, musei pubblici, scuole. Il tetto passa al 25 per cento in un caso eccezionale, come le campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, e per massimo un mese; ma non saranno possibili a dicembre, ovvero sotto il periodo natalizio.
Ibs e Amazon saranno i più colpiti dal provvedimento. I negozi online riuscivano infatti a fare gli sconti migliori, grazie alla vendita per corrispondenza e a buone economie di scala. Lo dice esplicitamente l'editore Giuseppe Laterza: "La legge consente ai rivenditori indipendenti di mettersi al riparo dalla concorrenza selvaggia e dalle massicce campagne di sconto delle grandi catene, dei supermercati e dei siti di vendita online come Amazon". Non a caso, Ibs sta reagendo con la campagna 'Fuori tutto', con sconti del 75 per cento su 150 mila prodotti, prima che entri in vigore la legge.
Resta un' incognita: la legge non rischia di danneggiare i consumatori e l'e-commerce italiano? Ma per le associazioni dei consumatori non ci sono dubbi: Vincenzo Donvito, presidente di Aduc, si scaglia contro una norma che ritiene dannosa per i lettori e il mercato.
C'è anche chi nota una contraddizione con la campagna dello stesso governo, mirata a far leggere più libri. I liberali dell'Istituto Bruno Leoni hanno avviato una petizione per convincere il presidente Napolitano a non firmare la legge, perché contrasterebbe "con l'art. 41 della Costituzione e si profila come irragionevole secondo l'articolo 3 della Costituzione, restringendo - si legge nella petizione - il mercato dei libri e rendendolo meno accessibile a quanti oggi, tra la popolazione meno abbiente, vengono agevolati all'acquisto da sconti invitanti". Secondo i firmatari, la legge contrasterebbe anche con il principio comunitario di libera concorrenza.