Lazio:troppo arsenico nell'acqua, e i tumori aumentano.

È ancora emergenza arsenico nel Lazio, a due anni dal primo allarme lanciato dall'Unione europea per 128 comuni italiani, quando la Regione Lazio stanziò 8 milioni di euro per risolvere il problema riguardante i suoi acquedotti. In conseguenza della lunga esposizione al veleno assorbito tramite acqua ed alimenti è a rischio la salute di un milione di persone: a Viterbo si registra un eccesso di mortalità per una serie di cause connesse, soprattutto per tumori del polmone e della vescica negli uomini. A Latina si evidenzia un +12% di mortalità dovuta sempre a numerose forme di tumore. Sono i dati contenuti nella ricerca realizzata dal dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio (in 91 comuni a Rischio), e pubblicata a meno di 50 giorni dal termine ultimo imposto dall'Ue all'Italia - il 31 dicembre - per mettersi in regola. Il quadro, soprattutto per la Tuscia e alcuni comuni della provincia di Latina (Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Sermoneta, Latina, Cisterna di Latina, Priverno, Sezze, Cori) è preoccupante. Mentre i comuni interessati nella provincia di Roma presentano effetti attenuati se confrontati alle altre due realtà provinciali. «La ricerca - ha spiegato Antonella Litta, referente dell'associazione italiana medici per l'ambiente (Isde Italia) per Viterbo - mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni, cioè che l'arsenico è legato a un aumento delle morti e delle malattie correlate». L'arsenico è da decenni considerato un cancerogeno di Classe 1 dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, eppure è presente nelle acque potabili in Italia, da oltre dieci anni, ed è «fuori controllo, arrivando a superare in alcune zone di ben 5 volte il limite previsto dall'Europa dei 10 microgrammi/litro». «Nel Lazio l'arsenico nell'acqua rappresenta ancora un'emergenza e un pericolo quotidiano per la salute dei residenti. L'Italia ha tempo fino al 31 dicembre per adeguarsi alle direttive europee sui valori di arsenico nell'acqua. Siamo ormai agli sgoccioli, la Regione Lazio metta a disposizione i fondi necessari per le opere di potabilizzazione».