Martelli e Craxi
risulteranno essere stati i beneficiari del conto cifrato “Protezione” 633369,
aperto presso l'Unione
Banche Svizzero di Lugano dal faccendiere Silvano Latini (amico di Silvio
Berlusconi, e tramite
dell’incontro Berlusconi-Craxi sul finire degli anni sessanta). Nel conto
“Protezione” afflui,
tra il 1980 e il 1981, una prima tangente di 7 milioni di dollari pagata dal
bancarottiere
piduista Roberto Calvi con la regia del Venerabile maestro Licio Gelli.
L’operazione
venne concepita
all'interno della Loggia P2 , alla quale Berlusconi era affiliato, ed era a
beneficio di Craxi, padrino
politico della Fininvest e intimo amico di Berlusconi.
Nel novembre 1992, in
seguito al fallimento della sua finanziaria svizzera Sasea Holding Sa per un
crac da 4,5 miliardi
di franchi svizzeri, circa 5 mila miliardi di lire, finisce nel carcere
ginevrino di
Champ Dollon per
bancarotta il faccendiere italiano Florio Fiorini. Fiorini, nel 1980, era stato
il
direttore finanziario
dell’Eni che, con Bettino Craxi e Roberto Calvi, aveva propiziato l’operazione
piduista “conto Protezione” mediante un finanziamento
dell’Eni per 220 miliardi di lire al Banco
Ambrosiano. Ma oltre
che con Craxi e la Loggia P2, “Florio Fiorini è sempre andato fiero dei suoi
rapporti di amicizia
con Silvio Berlusconi. A partire dal 1989, quando si mise in testa di fare
affari
nel settore dei mass
media (Odeon Tv, Pathè cinema, Mgrn), Fiorini usò quei rapporti come una
specie di biglietto
da visita in un mondo che gli era sconosciuto, e che poi gli è risultato
fatale. Ai
tempi d’oro della sua
Sasea, quando Hollywood sembrava a portata di mano, non si contano le
interviste in cui
Fiorini dava per imminente l’intervento al suo fianco dell’amico Berlusconi. Da
parte sua la
Fininvest di Berlusconi partecipò, in veste di finanziatore, alla disastrosa
scalata alla
Mgm tentata da Fiorini in coppia con Giancarlo
Parretti”.
“ll Mondo” del 13
giugno 1994 riporta quanto dichiarato da Fiorini in un interrogatorio del l2
ottobre 1993 davanti
ai magistrati di Ginevra. “Il prezzo d'acquisto definitivo di Mgm fu di 1.312
milioni di dollari.
862 milioni di dollari furono forniti direttamente dal gruppo Crédit Lyonnais.
In
particolare Mgm aveva
raggiunto un accordo per cedere i diritti di trasmissione dei filrn della sua
biblioteca. Tra gli
acquirenti c’era anche Fininvest Spagna. Il Crédit Lyonnais di
New York scontò
il contratto d’acquisto
di Fininvest Spagna per 66 milioni di dollari. Riguardo altri l60 milioni
forniti dal Crédit
Lyonnais erano in parte garantiti da un
impegno della Fininvest a comprare azioni Mgm per 50 milioni di
dollari. Un impegno che deve essere caduto nel vuoto in quanto non risulta che la Fininvest
abbia mai comprato una partecipazione azionaria della casa cinematografica americana. In un successivo
interrogatorio Fiorini ha fatto notare che il Crédit Lyonnais rinunciò a far valere le
garanzie fornite da Fininvest. In quelle giornate dell'ottobre 1990, che videro
la scalata
di Parretti e Fiorini a Mgm, anche la Popolare di Novara, allora guidata da
Piero Bongianino, fece la sua parte. Dei 112
milioni di dollari che rappresentavano l’impegno diretto, poi destinato ad
aumentare notevolmente,
di Sasea Holding nell’operazione, circa 50 milioni di dollari furono forniti
dall’istituto
piemontese. Un prestito, come confermato da Fiorini ai giudici, che era
garantito dalla
stessa Fininvest .
Comunque Fiorini non
era solo legato a Berlusconi, Craxi, la P2, ma pure al boss mafioso residente a Lugano Michele
Amandini, attraverso la finanziaria Blax
Corporation di Vaduz, nel paradiso fiscale del
Liechtentein. Amandini è risultato, nella maxi inchiesta chiamata Nord Sud,
affiliato a una organizzazione
mafiosa coinvolta nel traffico d’eroina, e in alcuni sequestri di persona (ll Mondo, l8 aprile
1994). Amandini è stato in affari anche col faccendiere sardo Flavio Carboni, a sua volta in affari
con Silvio Berlusconi. Come dire: tutto torna, tutto è collegato. Per quanto riguarda Fiorini, una
volta nel carcere ginevrino di Champ Dollon pare passasse il tempo ad inviare alla magistratura
periodici memoriali nei quali ricorreva spesso il nome di Silvio Berlusconi.
In un rapporto datato
27 novembre 1992 inviano ai vertici della polizia cantonale ticinese, il già
citato funzionario svizzero
infiltrato nel narcotraffico internazionale scrive: “Agli inizi del 1991
alcune informazioni
confidenziali rivelarono che presso la Banca Migros di Lugano venivano