Finanzieri alla banca popolare di Lodi:ci fornite estratti conto di Fininvest e Berlusconi?

informazioni che spiegano molte cose. Sono stata correntista della Banca Rasini dal 1980 al 1989. Ero titolare di due conti correnti, nonché di un fido di oltre 100 milioni circa il quale non mi erano mai state chieste garanzie di sorta perché venni presentata all’allora presidente e direttore generale dottor Dario Azzaretto  e da amici del vero proprietario  del  pacchetto azionario d maggioranza della banca. Formalmente era intestato alla famiglia Azzaretto   ma nella realtà era controllata da Giulio Andreotti. Il commendator  Giuseppe Azzaretto, padre di Dario, era all’epoca uomo di fiducia di Andreotti. Il punto saliente, ai fini della sua inchiesta giornalistica, che non è stato evidenziato è che quando la mafia siciliana si impossessa della banca Rasini, la banca è già di Andreotti. Lasciai la Banca Rasini quando la lasciarono gli Azzaretto, cui subentro, mi fu detto, una società svizzera”.
Prendiamo con cautela tale lettera, che Max Parisi ha invece preso molto sul serio. Non tanto per il fatto che c’è di mezzo Andreotti, in fin dei conti è pacifico che Azzaretto fosse un suo uomo.. Ma la Cordopatri  dice di Azzaretto  che è presidente,  e qui ci siamo, e direttore generale. Abbiamo visto che fino al giorno di San Valentino il direttore era Vecchione,  mantenuto in servizio, tra l’altro, fino all’87, nonostante fosse finito dentro. Nell’84 arrivarono due  svizzeri e la banca fini a Nino Rovelli. Piuttosto che Giuseppe, era logico che dopo riprendesse a fare il direttore generale Dario Azzaretto, che lo aveva già pur fatto per un paio di mesi.
Max  Parisi è prolifico nelle sue inchieste quasi settimanali contro Silvio Berlusconi. Sulla Padania del 19 agosto 1998, poi, rivolge dieci domande sotto il titolo: “Berlusconi sei un mafioso?”. Non avrà mai risposta. D'altronde “qualità” di Silvio Berlusconi è sempre stata quella di evitare risposte a domande scomode. E con Parisi c'è pure Umberto Bossi che, come abbiamo appena accennato poco sopra, rilascia dichiarazioni su dichiarazioni  sempre su Berlusconi, definito “il mafioso di Arcore.” Di Bossi vogliamo ricordare questa dichiarazione del 1995: “Non stringeremo mai più accordi né con il mafioso Berlusconi, uomo di Craxi e della P2, ne con il fascista forcaiolo Fini. La Lega correrà da sola per l’autodeterminazione dei popoli del Nord”. Dopo una simile dichiarazione potremmo dire che per fortuna in Italia ci sono persone “coerrenti” come Bossi.
Ed è una  calda giornata di agosto del 1998 quando la quiete della Banca Popolare di Lodi viene turbata da una visita inattesa. Un gruppo di uomini della Dia venuti da Palermo chiedono di vedere gli archivi della Banca Rasini (non è mai troppo tardi, diceva il maestro Manzi). Cercano su incarico del pool antimafia, nel ambito dell’inchiesta a carico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri (inchiesta poi archiviata per Berlusconi, ma proseguita fino alla condanna per Dell'Utri) per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro della mafia, i conti correnti  Silvio Berlusconi e tutta la documentazione relativa alle 25 “Holding Italiana” che custodiscono il capitale della Fininvest. I pm Antonio Ingroia  e Nico Gozzo hanno spedito la Dia a Milano per ricostruire i finanziamenti alle Holding Italiana a cavallo tra gli anni 70 e 80, quando il finanziere Filippo Alberto Rapisarda, ex amico e poi accusatore di Dell'Utri, fa risalire i presunti  investimenti miliardari del capo della mafia Stefano Bontade nell’avventura televisiva di Berlusconi.
Alla richiesta di vedere le carte della Rasini l’ufficio legale della Popolare di Lodi cade, o finge di cadere, dalle nuvole: “Della Rosini e dei conti Fininvest non ci risulta nulla”. A quel punto il consulente della Procura Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d’Italia a Palermo, tira fuori degli estratti conto dimostrante l’esistenza di alcuni conti correnti intestati a Berlusconi o riferibili alla Fininvest presso la Rasíni. A qualcuno dei banchieri lodigianí finalmente torna un pochino di memoria: “Ci deve essere un archivìsta in pensione che sa qualcosa”. Trovato l’archivista, visita con agenti e consulente all'ultimo piano della banca, dove si trovano gli archivi della Rasìnì, che sono sotto voci alquanto fantasiose, come ad esempio, parrucchiere, estetista e simili. E qui salta fuori almeno una parte di quello che gli inquirenti cercavano: la documentazione delle Holding Italiana. Si scopre che le Holding non sono 25, ma 38. Si scopre anche un patrimonio parallele di Berlusconi: 105 libretti al portatore accesi presso il Monte dei Paschi di Siena, la Banca Popolare di (S.P.33)

Qui  02/11/13

Rinascita Terracina: Berlusconi: 31 parte della sua storia

Rinascita Terracina: Berlusconi: 31 parte della sua storia: Belgrado . Una scelta decisamente spregiudicata, proprio negli anni in cui le truppe regolari e irregolari di Milosevic massacravano migli...

Berlusconi: 31 parte della sua storia

Belgrado. Una scelta decisamente spregiudicata, proprio negli anni in cui le truppe regolari e irregolari di Milosevic massacravano migliaia di musulmani. Praticamente si era in flagranza di reato. Malgrado l’embargo, le relazioni  Italo-jugoslave erano amichevoli, tanto che una delegazione serba andò a Torino, e il ministro degli Esteri  Antonio Martino era il benvenuto a Belgrado, dove la stampa governativa gli attribuisce frasi impegnative: “Il commercio cancellerà le tracce della guerra”. Per il governo Berlusconi Milosevic non è il problema, ma la soluzione. Si trattava, come dice Martino, di aiutarlo “ad uscire dall’isolamento. Corre rischi ad opera dei falchi del suo Paese. Senza la cooperazione internazionale sarebbe in pericolo”. Dobbiamo dire già fin d”ora che Antonio Martino ha due particolarità: la prima riguarda la sua mancata affiliazione allaP2. La domanda firmata era tra le carte sequestrate a Gelli, che non aveva fatto in tempo a regolarizzarlo La seconda particolarità è quella di detenere il Guinues dei primati per le previsioni sbagliate.
In quel clima molto collaborativo, la Telecom italiana manda i suoi esploratori in Serbia per sondare il terreno. 'Tre anni dopo, nel 1997, la vicenda si conclude con Pasquino della Telecom-Serbia, che chiameremo come è stata poi chiamata, ovvero Telekom-Serbia. In quel periodo Milosevic non era più il tanghero che incontrava Martino ma, avendo firmato la Pace di Dayton, figurava come un pacificatore per la diplomazia europea. Era un po’ come scambiare Nerone per un pompiere, ma la diplomazia, sappiamo, non è sempre perfetta. Di conseguenza, nella logica di una strategia regionale, l’entrare in Serbia aveva per Telecom una sua razionalità. Peccato solo il fiume di denaro entrato nelle casse serbe proprio quando Milosevic era alla vigilia delle elezioni e non era proprio in gran forma. Nessuno, però, fece rilevare questo fatto. Nessuno, salvo Repubblica, che scrisse un articolo molto critico su quel flusso  di denaro. E lo stesso quotidiano scrisse un altro articolo in merito tre anni dopo, all’indomani della caduta di Milosevic. Reazioni? Niente anche allora! Questi episodi sono stati ricordati in quanto utili a comprendere quanto succederà qualche anno più avanti.
Nel 1996 Berlusconi, nel frattempo indagato anche per storie di mafia, falso in bilancio, frode fiscale e, soprattutto, corruzione giudiziaria in compagnia del fedele avvocato Cesare Previti, si ricandida alle elezioni politiche. Ma stavolta non gli va per niente bene, perché viene sconfitto dal candidato del centrosinistra, dell’Ulivo, Romano Prodi. Insieme ai vari guai giudiziari deve beccarsi anche Ia violenta ostilità della Lega di Bossi, che aveva già da un po’ cominciato a sparare da tutte le posizioni contro l’ex capoccia.
Il  6 maggio 1997 Mario Borghezio, leghista e nazista (non è una invenzione, è vero), rivolge queste domande ai comandanti della Gdf chiamati a informare la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia: “...Vorrei sapere, da un punto di vista quasi storico, se è stata acquisita o se riteniate di dover acquisire la documentazione relativa all’archivio della Banca Rasini, inglobata dalla Banca Popolare di Lodi,   una banca storica che viene citata da Sindona come banca propriamente mafiosa, mi pare una citazione autorevole, in particolare sul presidente e sul vicepresidente Giuseppe e Dario Azzaretto, finanzieri  di Misilmeri, in provincia di Palermo, in quanto, oltre alla citazione che ho fatto, l’inchiesta San Valentino nel 1984 evidenziò che moltissimi boss erano correntisti di quella banca che quindi era considerata una vera e propria cassaforte della mafia. La prosa non è granché, ma da Borghezio non pretendiamo molto, ma la richiesta è molto chiara. infatti, come abbiamo già scritto, quella banca teneva i depositi della mafia, perché non si è indagato oltre? Perché la banca ha comunque continuato la sua attività fino a quando non è stata incorporata nella Banca Popolare di Lodi?
Su la Padania del 26 aprile 1998, Max Parisi riporta nel suo articolo dove parla della “Decima puntata della nostra inchiesta sull’Imi-Sir - Novità sulla Banca Rasini, una lettera inviata da una signora, la baronessa Maria Giuseppina Cordopatri, la quale così scrive: “Ho letto il suo servizio comparso domenica sulla Padania, e ho notato che le mancano alcune fondamentali (seg. parte 32)

Qui  02/11/13

Rinascita Terracina: Ci risiamo: sperpero di denaro pubblico.

Rinascita Terracina: Ci risiamo: sperpero di denaro pubblico.: 8 milioni di euro sequestrati al senatore del PDL  RICCARDO CONTI, indagato con il coordinatore  del PDL DENIS VERDINI per la compravendita...

Ci risiamo: sperpero di denaro pubblico.

8 milioni di euro sequestrati al senatore del PDL  RICCARDO CONTI, indagato con il coordinatore del PDL DENIS VERDINI per la compravendita di un immobile che in POCHE ORE fruttò al senatore CONTI 18 milioni di euro. Conti è indagato anche per truffa aggravata in concorso con Angelo Arcicasa , all'epoca presidente dell' ENPADP al quale l'immobile fu venduto a 44,5 milioni di euro. Denis Verdini, che avrebbe ricevuto da CONTI un milione di euro, è indagato per finanziamento illecito. 

Qui, 31/10/ 2013  

30esima parte della storia di Berlusconi, con Previti e company.


come Francesco Pacini Battaglia, quello della Karfineo di Ginevra, da cui transitavano le mazzette pagate a Psi e Dc dall’Eni. Ma una storia dove forse c'é anche qualcosa di diverso perché, quando il Rossi viene arrestato, nella valigetta il magistrato Antonio Di Pietro trova delle carte che non si aspettava. Spunta infatti  uno Strano fascicolo di appunti “riguardanti il Sismi (il servizio segreto militare) e l’organizzazione centrale della Difesa”. Questo la giustificazione di Giancarlo Rossi: “Al riguardo dichiaro che io ho ottimi rapporti con l’attuale ministro della Difesa Previti. Mi sono documentato sull'organigramma  della Difesa per parlarne con Cesare Previti, per scambiare con lui opinioni e dare le mie valutazioni”. Certo che come spiegazione è piuttosto singolare. Come se fosse normale che un tizio vada in giro con documenti sul Sismi e sulla Difesa. Infatti, ecco quello che si dice.
“L'arresto dell’agente di cambio romano Giancarlo Rossi...sta creando più di un imbarazzo al governo Berlusconi. E” stato lo stesso operatore di Borsa a rivelare i suoi rapporti con Cesare Previti, ministro della Difesa...al sostituto procuratore Antonio Dì Pietro. Previti ha replicato dicendo di avere visto Rossi  occasionalmente e di non aver mai fatto affari con lui. La realtà è un po' più complicata. Stefano Previti, figlio del ministro, avvocato come il padre, ha lavorato per il recupero crediti della Fincom, controllata fino al 1989 dalla famiglia Lefebvre d’Ovidio, e dallo stesso Rossi attraverso una quota minoritaria intestata alla sorella Stefania. C’è di più. In occasione delle ultime elezioni politiche Rossi ha svolto, durante la campagna elettorale. attività a favore di due candidati. Uno è il suo ex socio e agente di cambio Fabrizio Sacerdoti, già segretario della Dc romana quando Vittorio Sbardella ne era il leader incontrastato. Sacerdoti è stato eletto deputato nella lista “Forza Italia”. L’aItro candidato di Rossi era proprio Previti. Lo studio legale dell ”attuale ministro della Difesa era uno dei recapiti ufficiali di Rossi a Roma...Le relazioni Rossi/Previti, per quanto inquadrate in un rapporto fra professionisti, non sembrano proprio occasionali. E” stato Rossi, per esempio, a presentare Previti a Fabrizio Cerina, titolare del gruppo bancario/finanziario in liquidazione Attel. E alla luce di alcune circostanze, non sono casuali i rapporti fra società di Rossi e società appartenenti al gruppo Fininvest. Nel dicembre 1993 la Cofiniab di Rossi ha comprato per 3,3 miliardi di lire un immobile mila Edilnord di Paolo Berlusconi” (“ vittima” ,da sempre, del fratello più blasonato).
Nel settembre l994 la cupola berlusconiana decide di dotare il partito-azienda “Forza Italia” di un segretario politico. Candidato naturale sarebbe il suo creatore, Marcello Dell'Utri. Ma costui è un pochino bruciato per via di inchieste in cui e coinvolto e per via di certe frequentazioni mafiose. Allora il segretario non può essere che l”altra entità della Fininvest, l’avvocato e ministro Cesare Previti. Eletto con due soli voti: quello di Berlusconi e quello di Dell’Utri. Previti era il terzo uomo. Democrazia avanzata. .

Dopo che il 21 novembre '94 viene coinvolto nelle indagini sulle tangenti alla Guardia di Finanza,il 22 dicembre successivo Berlusconi e il suo governo è costretto a dimettersi per via di una mozione di sfiducia della Lega Nord, che non condivide più la sua politica sociale e preme per la risoluzione del conflitto  di interessi. Bisogna dire che all’epoca i leghisti avevano ancora un’etica. Nei quasi nove mesi di govemo, un parto in piena regola, Berlusconi con i suoi Sodalí non lascia certamente tracce memorabili. Aveva appena cominciato a farsi gli affari propri. Infatti il suo ministro del Tesoro, il commercialista Tremonti, aveva fatto passare una legge che prevedeva la detassazione degli utili reinvestíti, e Ia Fininvest aveva subito approfittato chiedendo al govemo se l’acquisto di film potesse essere considerato investimento detassabile, in modo da poter risparmiare circa 250 miliardi. Cosa pensate che abbia risposto il governo Berlusconi alla Fininvest di Berlusconi? Pensate, la Fininvest aveva nel 1993 debiti ammontanti alla “piccolissima” cifra di  4.500.000.000.000 di lire. Qualcuno doveva pur dargli una manina, no?                                                                                                                                                                       Ma nel suo periodo è riuscito a ribaltare la politica estera dell’Italia nei Balcani. Quanto prima era pericolosamente sbilanciata verso Zagabria, con lui si sbilancia altrettanto pericolosamente verso

29esima parte di Berlusconi

Non c°è proprio da stupirsi, pare che in Fininvest esista una regola molto ferrea: “Pur di salvare Silvio Berlusconi, tutti i gregari sono tenuti al sacrificio di sé; e dunque, se proprio non possono negare la mazzetta, devono caricare su di sé per intero il  peso delle responsabilità del misfatto...0gni volta che salta fuori una tangente Fininvest, Silvio Berlusconi si affretta a precisare che non ne sapeva niente. . .Emblema di questa strana vocazione aziendale al martirio in nome del capo, nonché figura sommamente patetica dell'universo berlusconiano, è il giovane Paolo che viene mandato allo sbaraglio. Nonostante che le società coinvolte nei giri di mazzette fossero tutte, all’epoca dei fatti, di proprietà di Silvio”.
Nella formazione del suo governo, intanto, a Silvio Berlusconi  viene il ghìrìbizzo di nominare a ministro dell' Interno nientemeno che l’avvocato, il suo, Cesare Previti. La cosa, come in subordine la nomina a ministro di Grazie e Giustizia, provoca il veto dal Presidente della Repubblica Scalfaro. ll neo senatore Previti dovrà “accontentarsi” della poltrona di ministro della Difesa, dalla quale può comunque controllare il Servizio segreto militare, l'Arma dei Carabinieri  e le pingui commesse di armamenti. Arrivato ormai sotto le luci dei riflettori, Previti trova il modo di  dichiarare “Si ero protutore della marchesa Casati. Lei aveva deciso di vendere la villa di Arcore a delle persone che a me non piacevano. Così ho detto a Silvio di non lasciarsi scappare questa casa, che era molto bella e stava meglio in mano sua che in mano altrui”.
Nel mentre una anziana signora romana, Giovanna Ralli, denuncia di essere vittima di una disinvolta operazione che ha per protagonista Clelia Previti, sorella di Cesare e figlia di Umberto, attraverso una strana società prevìtìana, e per oggetto un immobile della Ralli situato sulle scogliere dell’Argentario, a Punta Maddalena, una splendida torre spagnola, per il cui acquisto Clelia Previti ha rilasciato alla Ralli 700) milioni di cambiali parte delle quali finite in protesto. La Ralli si rivolge al neoministro Previti, e all‘avvocato Romano Vaccarella, per suo conto, le risponde. “Le debbo, purtroppo, comunicare che pur immedesimandosi nel Suo problema, l’avv. Previti non è in grado di compiere alcun  intervento sulla sorella Clelia...Pur manìfestandoLe mio tramite la Sua comprensione, nulla può egli fare di concreto neanche per approfondire i termini della questione da Lei sottopostagli”. Per limitarci solo a un “piccolo” fatto, il tempo Previti lo aveva trovato con la marchesina Casati Stampa.Ma lì c’era da guadagnare!
Ma le cronache giornalistiche registrano pure il coinvolgimento di Giuseppe Previti, altro fratello di Cesare e figlio di Umberto, nello scandalo massonico affaristico della Cassa Di Risparmio di Firenze. “0itre l00 miliardi di  fidi non iscrrtti` a bilancio e ormai inesigibili, affidamenti  erogati senza garanzie a imprenditori di dubbia solidità. Comune denominatore del comitato d`affari che dettava legge nella Carifi è l’appartenenza  alla Massoneria. Coinvolto nella vicenda anche Giuseppe Previti, fratello maggiore di Cesare, ministro della Difesa”. Giuseppe Previti risulta indagato dalla Procura della Repubblica di Firenze per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla appropriazione indebita. Però, che famiglia!

Il 21 giugno 1994 la magistratura milanese dispone l’arresto del faccendiere romano Giancarlo Rossi. Rossi è l’intestatario occulto del conto corrente cifrato FF 2927, presso la Trade Development Bank di Ginevra, sul quale sono transitati 2 milioni e 200 mila dollari della maxi tangente Enimont destinati alla Dc. Ma i magistrati hanno scoperto anche altro sull’oscuro faccendiere: “Sei banche sparse fra New York e Lugano. Due società offshore domiciliato a Panama. Altrettanti conti cifrati su cui è passato un migliaio di miliardi. E tre magistrature che indagano: quella di Ginevra per riciclaggio, quella di Roma per concorso in corruzione e quella di Milano per violazione della legge sul finanziamento dei partiti. La storia del signor Giancarlo Rossi, professione agente di cambio finito a San Vittore, non è proprio una bella storia. Una storia  dove compaiono vecchie conoscenze di Tangentopoli, come il finanziere Sergio Cusani e l”ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo Ferruzzi, Luigi Bisignani, già affiliato alla P2. E

I FALSI DEMOCRATICI.

Alfano insieme ai suoi , difendono il loro Leder con frase che fanno riflettere:                        “La democrazia è a rischio “
“Si è superato il muro del ridicolo con la visita fiscale”
“La sinistra non pensi solo al suo orticello ma al bene dell’Italia
che ha bisogno di un governo stabile”
“Siamo in emergenza democratica, intervenga Napolitano.
“E’ scandaloso che il nostro presidente Berlusconi riceva ancora un’altra visita fiscale” “e che due parlamentari (gli Avvocati di Berlusconi) non possono riunirsi con i gruppi.”
Ci siamo limitati a riportare quanto affermato dal centro destra, ma ciò è sufficiente
per dire : Le parole e le frasi sono di peso democratico appropriato al momento che stiamo attraversando; però a mio parere è palesemente  strumentale perché  si stanno vestendo con i panni  di Persone amanti della Democrazia, delle Istituzioni Parlamentari, hanno anche scoperto che c’è il presidente Napolitano, ma soprattutto che c’è l’Italia e gli Italiani che vanno governati.

Tutto questo solo per difendere Berlusconi dai suoi guai giudiziari, dimenticando che il proprio leder un giorno si e l’altro pure dice che “la magistratura è il cancro della nostra democrazia,

che ogni persona che non è d’accordo con Lui è, o un “comunista o un magistrato.” 
La pretesa assurda è che Berlusconi non deve rispondere dei suoi eventuali reati perché
ha ricevuto tanti voti dal popolo sovrano, quindi Lui è al di sopra della legge.

Insomma voi non avete nessuna credibilità a fare affermazioni di rispetto della Democrazia e delle Istituzioni su richiamate, perché siete coloro che avete, vergognosamente, votato che Ruby era la nipote di Mubarak.

 Berlusconi deve rispondere del reato di cui l’accusa il “comunista”? De Gregorio?: “Ho ricevuto tre milioni di euro per votare contro il legittimo Governo Prodi.” L’amara verità è una sola, per me :
Voi usate la democrazia solo per svuotarla nella sua essenza, per renderla inefficace e inefficiente e la stessa cosa fate con la giustizia, questi sono gli insegnamenti del vostro amato leder Berlusconi, che è stato riconosciuto un bugiardo, anni prima del 1994, con la sua discesa in campo politico. Quindi : giustizia  sia fatta con il rispetto assoluto della sentenza definitiva di condanna pronunciata dalla Corte di Cassazione.    

Un bravo, sentito e " interessato," ad Andrea Guglietti!

CONTRIBUTO ALLA " CITTA' CULTURALE "
Ho notato su FB che c'è un fermento e un interesse attorno alla " città culturale ". Bene, ottima iniziativa. Noto, però, che si stanno cercando " contenitori ", " spazi fisici ", etc; ma a che servono ? credo, umilmente, che in questa fase, servano più le idee, gli argomenti, che delineano il progetto. Tutto questo per fare che cosa ? iniziative culturali ? o, iniziative, che utilizzando pure eventi culturali auto organizzati, servano, a organizzare idee e progetti, che sviluppino possibilità di impresa giovanile, al di la delle classiche leggi del mercato ? Il sottoscritto, a tal proposito, propone di pensare e istituire, una " Casa delle idee per la Città " e per i nostri giovani creativi. Essa cos'è ? a cosa serve ? In sintesi, è una struttura, che in termini economici è un vero " Incubatore " per le idee, i progetti, e le iniziative, per la città, sviluppate in autonomia dai giovani. In essa vengono elaborati, raccolti, i migliori progetti, valutati con metodi esclusivamente meritocratici, da un adatto e articolato " sistema di valutazione ", che sceglierà e offrirà agli organi istituzionali della Città ( Comune, Banche, Scuole, Categorie economiche, etc ). L'intento è quello di realizzare un " Osservatorio " per realizzare " start up " innovative, che servano a sviluppare e dare impulso alla creazione di micro imprese giovanili. Il misurarsi con le idee, confidando nella creatività giovanile, secondo me, è un percorso positivo e inedito, per fare avanzare il merito e le capacità. Questo embrionale progetto, è una sfida culturale e politica, e richiede la collaborazione di varie istituzioni e movimenti cittadini, per definirne le cornici di riferimento, le possibilità di finanziamento ( micro credito ? garanzie del Comune nei confronti delle banche ? accesso ai fondi Regionali, Europei ? etc ). Parliamone, parlatene. Saluti.

FB 13 ag. 2013 di Andrea Guglietti.

Dov'era Alfano mentre in Italia "scorazzava" l' Ambasciatore Kazako?

Dove era Alfano? La relazione del capo della polizia, Alessandro Pansa, è piena di particolari quando parla dei suoi sottoposti. Diventa evasiva sul ministro. Alla data del 28 maggio Pansa scrive: “Nella mattinata l’ambasciatore del Kazakistan a Roma, Adrian Yelemessov, tenta di contattare il ministro dell’Interno, senza esito. L’ambasciatore chiede quindi un appuntamento urgente alla Questura di Roma”. Cosa faceva Alfano in quelle ore? A metà mattinata il ministro del’Interno indossa la giacchetta di vicepremier. Tra le 11 e 23 e le 11 e 50 l’agenzia di stampa Ansa scrive: “È cominciato, a Palazzo Chigi, l’incontro con il presidente del Consiglio Enrico Letta sull’emergenza Ilva sono presenti, tra gli altri (…) anche il vice premier e ministro dell’Interno Angelino Alfano”.
Mentre il vicepresidente si occupa del problema dell’industria siderurgica , l’ambasciatore scorrazza tra Viminale e Questura. Alle 15 e 30 l’ambasciatore incontra il capo della squadra mobile Renato Cortese e gli chiede il blitz a Casal Palocco. Dove sta Alfano? Poco prima, alle 14 e 49, l’Ansa informa che Alfano ha partecipato alla riunione dei gruppi parlamentari del Pdl durante la quale si è discussa, alla presenza di Denis Verdini, la mozione Giachetti, (Pd) sulle riforme istituzionali. Alfano incontra un ambasciatore. Ma non è quello kazako. Alle 17 e 23 l’Ansa scrive: “Il ministro dell’interno Angelino Alfano ha incontrato oggi al Viminale l’ambasciatore colombiano Juan Manuel Prieto. Il ministro ha firmato un accordo in materia di cooperazione di polizia”. Un fugace impegno che però non lo distrae dal compito che più lo impegna. Non il destino del blitz a Casal Palocco, ma la mozione Giachetti. La relazione Pansa descrive così il momento chiave: “Nella serata del 28 maggio il ministro dell’Interno Alfano, a seguito di ulteriori telefonate dell’ambasciatore cui non ha risposto, fa incontrare lo stesso con il suo capo di Gabinetto Procaccini, il capo della segreteria del Dipartimento di Ps Valeri, richiestone si reca dal capo di gabinetto del ministro”, che ovviamente è assente. Alle 21, quando la squadra mobile sta preparando il blitz, l’Ansa scrive: “Prosegue da oltre due ore la riunione del gruppo Pdl alla Camera che ha come oggetto la mozione sulle riforme … dopo una pausa è arrivato anche il segretario del Pdl Alfano”. L’ex ministro Claudio Scajola al Fatto ha raccontato: “Ricevevo il capo di Gabinetto ogni mattina entro le otto: leggevo la posta privata, fissavo l’agenda e lui mi aggiornava sui fatti accaduti di notte. Poi ci vedevamo prima di pranzo per capire gli appuntamenti e le pratiche più urgenti. Non lasciavo il Ministero, a tarda sera, se non avevo l’ultimo colloquio che faceva il punto conclusivo. Se non ci vedevamo di persona, era tassativo sentirci al telefono”.


Chissà come è andata con Alfano in quei giorni. Il 29 maggio Alfano tiene un vertice con il presidente dell’Anci e il ministro degli affari regionali. Ma il 30 maggio ritorna a fare il segretario del Pdl. Mentre Alma Shalabayeva è reclusa nel Cie di Ponte Galeria, il ministro vola dal Cavaliere in Sardegna. Scrive l’Ansa: “Oggi Berlusconi ha avuto un lungo faccia a faccia in Sardegna con Alfano”. Berlusconi illustra al segretario la strategia del partito. Il 31 maggio, quando l’aereo privato che riporterà Alma Shelabayeva in Kazakhistan è già sulla pista di Ciampino, Alfano nomina il nuovo capo della polizia Alessandro Pansa. Troppo tardi. Poche ore dopo la conferenza stampa di presentazione l’aereo con Alma e la figlia decolla. Il funzionario anonimo sentito dal Fatto spiega: “Non ho mai visto un ministro così preso da altri impegni. Il Viminale è una macchina complessa che ha bisogno di essere guidata”. Prima di dire no all’ipotesi dimissioni Alfano dovrebbe farsi almeno questa domanda: come sarebbe andata la vicenda di Alma e Alua se al Viminale ci fosse stato un Ministro a tempo pieno?

JOSEFA IDEM

IN ITALIA NON C'E' MAI STATA UNA CULTURA CHE PAGARE LE TASSE NON E',
OVVIAMENTE, UN PIACERE E, COME SI VEDE, RISPETTO AI NOSTRI PARTNERS
EUROPEI, ANCHE IN QUESTO SETTORE VITALE PER IL "DECORO CIVICO",                               CI FACCIAMO UNA PESSIMA FIGURA; E NONOSTANTE SI FACCIANO, AD OGNI
NASCITA DI NUOVO GOVERNO, SFORZI E TAVOLI PER CERCARE DI DEBELLARE
O, METTERCI AL PARI DEGLI ALTRI GRANDI PAESI, NON SI RIESCE A FARE DEI PASSI IN AVANTI.QUINDI, A COMINCIARE DALLE SCUOLE, C'E' BISOGNO DI "LAVORARE" SULLA CULTURA DI OGNI PERSONA E DARE DEGLI ESEMPI ESEMPLARI : Il CASO DELLA MINISTRA JOSEFA IDEM E' UNO DI QUELLI CHE 
CI AVVICINANO AGLI ALTRI PAESI DOVE PER ESEMPIO: CI SI E' DIMESSI PER
AVER COPIATO, MOLTI ANNI PRIMA, LA TESI DI LAUREA. IN ITALIA NON CI SI 
DIMETTE NONOSTANTE SCANDALI INDICIBILI DELLA PEGGIORE SPECIE ACCERTATI DALLA MAGISTRATURA. QUINDI BENE HA FATTO LA NOSTRA 
MINISTRA HA RASSEGNARE LE DIMISSIONI. PER QUANTO RIGUARDA LA
CULTURA: SPINGERE IN TUTTI I MODI E CON PIU' MEZZI AD INVERTIRE LA
TENDENZA CHE NON PAGARE E' DA FURBO, E NON VOGLIAMO AFFERMARE,
come qualcuno affermò che è bello, MA CHE PAGARE LE TASSE NON E' UN PIACERE,
ovviamente, MA E' E RESTA UN D O V E R E , E CHI SBAGLIA PAGA.   SOLO COSI'
SARA' POSSIBILE PAGARE MENO TASSE.

GUSTAVO SELVA : tessera 1814

Movimento Salvemini, ha avanzato la sua candidatura nelle liste di Forza Italia, su sollecitazione dello stesso Salvemini che a tale scopo aveva convocato una riunione”.
11 27-28 marzo 1994 Silvio Berlusconi, alla guida di una coalizione di centrodestra denominata umoristicamente “Polo delle libertà”, vince le elezioni politiche e diventa presidente del consiglio. Nel governo del piduista Berlusconi, tessera l8l6, trova posto quale ministro dei Trasporti l’ex democristiano e neofascista Publio Fiori, tessera 1878. Alla presidenza della Commissione Affari costituzionali della Camera Gustavo Selva, tessera 1814. Selva ha la particolarità di essersi affiliato alla P2 il 26 gennaio 1978, lo stesso giorno dell’affiliazione del “fratello” Silvio Berlusconi.
Il fatto che Berlusconi sia entrato in politica per pararsi le spalle non esclude per  niente che le indagini della magistratura continuino, (com’è ovvio) sempre per fatti precedenti, e non, come dirà lui, perché era diventato presidente del consiglio. E’ il fratellino Paolo a finire sotto i riflettori. Già nel novembre ”99 la Procura di Roma si era interessata a Paolo Berlusconi per via di strane compravendite nella nuova cittadella di Milano 3, dove diversi  edifici  sono stati comprati Inadel  e dall’Inail, con l’immancabile giro di tangenti. Il 30 marzo 1994 entra in azione anche la Procura di Brescia, dove “Paolo Berlusconi è stato interrogato dal sostituto procuratore di Brescia Guglielmo Ascione, e ha scoperto di essere sotto inchiesta per corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Al centro di tutto c'è un business immobiliare da 20 miliardi, concluso il 17 luglio 1991 dal gruppo Fininvest con l’Inadel  l'lstituto di assistenza dei dipendenti  degli enti locali. Un affare denunciato alla Procura della Repubblica di Brescia dai consiglieri del Pds di Desenzano. Li, infatti, si trova un grande centro commerciale acquistato nel 1989 dalla Standa e dai Cantieri riuniti per circa 11 miliardi,e rivenduto all`ente pubblico, meno di due anni dopo, a quasi il doppio.
Nel aprile *'94 anche la Procura di Milano, dopo averlo arrestato, dispone il rinvio a giudizio di Paolo Berlusconi per corruzione: secondo l’accusa “avrebbe versato tangenti del 5% all’ex funzionario Cariplo Giuseppe Clerici, a sua volta inquisito, per sboccare la vendita di tre palazzi di Milano 3 al fondo pensioni della Banca. Un affare da 22 miliardi, con mazzette per  1.227 milioni, 60 dei quali pagati in nero attraverso fatture false”.
Nel maggio 1994 la Procura di Milano muove una nuova accusa di corruzione aggravata a carico di Paolo Berlusconi per una tangente di 800 milioni pagata agli  del Comune di Pioltello, nei pressi di Milano, nel 1988, e grazie alla quale la Edilnord aveva ottenuto l’edificabilità di alcuni terreni agricoli di sua proprietà. Nel luglio '94 il fratellino del presidente del consiglio viene di nuovo arrestato con l’accusa di aver ripetutamente corrotto la Guardia di Finanza: centinaia di milioni di mazzette per eludere e addomesticare i controlli dei finanzieri. presso tre società del gruppo Fininvest (Mondatori, Videotime e Mediolanum). Paolo Berlusconi ammette le bustarelle (già confessato dai militari corrotti), ma parla ai magistrati di “imposizioni” dei finanzieri, dichiarandosi vittima di “altrui pretese concessive”. Le dichiarazioni di Paolo Berlusconi verranno definite dai magistrati “molto poco convincenti”. E siccome non sono convincenti, Paolino si prende tutta la colpa: “...Solo io potevo gestire quei fondi neri, e nessun dirigente delle varie società ne era a conoscenza. . .Ero io che autonomamente ho deciso di costituire questo fondo nero”.

In una intervista pubblicata dal quotidiano inglese “Herald Tribune”, Silvio Berlusconi, presidente del consiglio in carica difende il fratellino. Ammette,bontà  sua ,le bustarelle Fininvest pagate alla Guardia di Finanza per addomesticare i controlli fiscali ma, a suo dire, si sarebbe trattato di somme “estorte” al fratello Paolo dai voraci finanzieri. Comunque erano somme “ridicolmente piccole”, e lui, Silvio, non ha mai saputo assolutamente nulla delle bustarelle da centinaia di milioni, pagate ai finanzieri talmente in segreto da essere versate a sua insaputa, e senza che mai lui venisse informato!

Rinascita Terracina: PM: MARIA GRAZIA OMBONI

Rinascita Terracina: PM: MARIA GRAZIA OMBONI: ll 23 marzo 1994, a quattro giorni dalle elezioni politiche, nell’ambito di una inchiesta sulla massoneria deviata, il sostituto procurato...

PM: MARIA GRAZIA OMBONI

ll 23 marzo 1994, a quattro giorni dalle elezioni politiche, nell’ambito di una inchiesta sulla massoneria deviata, il sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Palmi Maria Grazia Omboni  dispone l’acquisizione degli elenchi dei candidati di Forza Italia. Alcuni agenti della Digos eseguono l’ordine del magistrato presso la sede romana della Fininvest, suscitando la furente reazione del  leader maximo: “E” una provocazione contro la libertà degli italiani...Queste cose avvengono solo nei Paesi totalitari,,.La situazione in Italia sta degenerando e trasformando una democrazia in uno Stato giustizialista e poliziesco”. 24 ore dopo il pm Omboni  viene convocata al cospetto della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura per “giustificare” il proprio operato.
Come scrive il settimanale “L'Europeo". "Per quattro ore la Omboni  ha raccontato dei voti che alcune Logge coperte della massoneria avrebbero dirottato sui candidati di Forza Italia. Ha rivelato l’esistenza di una Loggia coperta che già sta lavorando per garantirsi appalti e commesse per l'Anno Santo del Duemila. Ha accennato a un contributo di 100 milioni versato da Berlusconi all'ex ministro degli Esteri, il socialista Gianni  De Michelis. La Omboni sostiene di avere deciso il blitz a Forza Italia dopo aver ricevuto due rapporti della Digos di Cagliari e di Roma E il primo, datato 23 marzo, proverebbe gli stretti legami tra massoneria e partito di Berlusconi. La Digos di Cagliari”, ha detto la Omboni, “ ci ha comunicato che il potente gruppo massonico che fa capo all'ex gran maestro del Grande Oriente d’ltalia, Armando Corona, appoggia il partito Forza ltalia. Lo provano alcune intercettazioni telefoniche. In una, un certo Locatelli rassicura così Corona: “Tutti i fratelli sono coinvolti, un mucchio di loro amici stanno organizzando club di Forza Italia. Il rapporto della Digos riferisce poi di una conversazione tra un medico (rimasto senza nome) e Ketty Corona. Figlia dell’ex Gran Maestro. Forza Italia, spiega il medico, incontra qualche difficoltà nella raccolta delle firme per la presentazione della lista a Carbonia. “Avvisa tuo padre', dice il misterioso dottore a Ketty, *e digli di chiamare tutti i fratelli della zona, di mobilitarli, di muoverli, altrimenti non ce la facciamo”. La Omboni commenta: “Questi sono i dati dai quali già emergevano buone ragioni per pensare che la massoneria, al di là della sua sbandierata apoliticità, fosse impegnata a sostenere alcune forze politiche di questo o quel candidato, non tanto perché appartenente ad un certo partito, bensì  perché massone”. Richiesto da un consigliere del Csm. “Ma perché non ha aspettato le elezioni? Perche tanta fretta?.”, la Omhoni ribatte: “Per verificare se era in atto una interferenza nella propaganda elettorale, dovevamo capire cosa stava succedendo prima delle elezioni”.

Dopo l’udienza il Csm non adotterà alcun provvedimento disciplinare nei confronti del Pm Omboni, né esprimerà  censure verso l suo operato, la cui puntualità troverà una conferma indiretta il successivo 11 maggio, con l’arresto di quattro “fratelli” della massoneria deviata. “Sono: il principe Giovanni Alliata di Montereale, 73 anni, già coinvolto nel golpe Borghese. Sovrano dell’`associazione segreta Obbedienza; Il colonnello Benedetto Miseria, Gran Maestro dell`Obbedienza di Alliata; Cosmo Sallustio Salvemini, massone di una loggia coperta e fondatore del  Movimento Salvemini  intitolato al grande storico Gaetano, di cui è nipote; e Alfredo Rasoli, segretario del Movimento Salvemini. L’accusa: il principe Alliata aveva promesso al gruppo Solidarietà la lista anti Rutelli del colonnello Pappalardo, e in particolare, ai candidati Salvemini e Rasoli, un finanziamento di 500 milioni e 2.500 voti a patto della loro affiliazione alla sua Loggia segreta. Le prove: 45 intercettazioni telefoniche fatte tra il giugno 93 e l`aprile di quest’anno. Emergono in maniera inequivocabile le finalità illecite che la Loggia persegue come centro di affari attraverso non ben definibili collegamenti con il Vaticano, con la famigerata Banda della Magliana, con I’Fbi e i servizi segreti americani...Risulta che Alfredo Rasoli, vero braccio destro di Salvemini,  si è presentato alle recenti consultazioni politiche in qualità di presidente di  un club di Forza Italia, mentre Antonio Pappalardo, già candidato per la lista Solidarietà democratica facente capo al Salvemini, parteciperà come testimonial a un incontro elettorale organizzato dal club di Forza Italia”. l giudici scrivono anche che:  “tale Gustavo Selva (affiliato P2), già appartenente al

BERLUSCONI 26°esima parte

BERLUSCONI 26°esima Parte   (Uomo di parola)
coinvolgimento strutturale”. Davvero sottile, ma non male per essere minimale! E sentite cosa avrà modo di dichiarare la parlamentare di Forza Italia Cristina Matranga : “Dicono che Previti è l’avvocato degli affari illegali di Berlusconi? E' vero. . .”.
ll 21 maggio 1992 il magistrato palermitano Paolo Borsellino rilascia a un giornalista francese quella che sarà l’ultima  intervista. Una intervista che Rai news 24 trasmetterà diverso tempo dopo, senza che succeda niente. Tutto finirà nel dimenticatoio. Nell’ intervista  Borsellino parla, senza sbilanciarsi troppo, in quanto inchieste sono in corso o possono essere ancora in corso, di Vittorio Mangano, Marcello Dell'Utri e, a domanda del giornalista., di Silvio Berlusconi. Proprio alla fine il giornalista chiede: “C'è una inchiesta ancora aperta`?”. Borsellino risponde: “So che c’è una inchiesta ancora aperta”. Giornalista, in francese: “Su Mangano e Berlusconi a Palermo?”. Borsellino: “Si”. Un paio di mesi dopo Paolo Borsellino viene ucciso dalla mafia in un attentato. Dell’inchiesta non si sa più nulla.
Il 20/l0/ll993 Silvio Berlusconi, in una intervista  a Epoca, afferma: “Noi non abbiamo giornali-partito. Noi non teorizziamo né tantomeno pratichiamo l’informazione come strumento di ricatto politico. I nostri sono eccellenti prodotti editoriali, non fabbriche di consenso o, quel che è peggio,di calunnie, di derisione, di disprezzo. Non ho mai usato ne mai userò i miei mezzi di comunicazione per scatenare campagne di aggressione contro un concorrente, ne diffamare chi non è d'accordo con me. Lascio questi metodi ad altri”.                            Davvero un “uomo” di parola!  
 “Infatti” dopo l'entrata in politica giornali e tv berlusconiane (le sue, ma non solo, tre reti tv, Il Giornale, Libero, Il Foglio) si trasformeranno in formidabili strumenti di attacco, aggressione e spesso di diffamazione. Memorabile, indimenticabile, come vedremo più avanti, la bufala di “Telekom Serbia”!
Ma questa intervista in effetti annuncia il suo intervento in politica. Smentita in continuazione, fino a quando, agli inizi  del 1994, non va ad annunciare la costituzione del partito-azienda di Forza Italia e, dagli schermi della tv il 26 gennaio ”94, la sua “Discesa in campo”. Ufficialmente per “salvare l’Italia, per un nuovo miracolo economico”, ma in effetti, visto che le cose non stanno andando molto bene in tutti i sensi, per salvare le sue aziende e lui stesso dalle inchieste che stanno proliferando, come lo stesso Berlusconi aveva già confermato a Biagi e Montanelli. Ma non possiamo neppure dimenticare quello che dissero i suoi stessi amici più vicini. Giuliano Ferrara a La Stampa il 25/2/94: “Sì, Berlusconi è entrato in politica per impedire che gli portassero via la roba. Tenta di evitare che gli scippino insieme la sua impresa e la sua libertà di imprenditore”. Marcello Dell’Utri il 28-12-94: “Silvio Berlusconi e entrato in politica  per difendere le sue aziende”. Ma il migliore è il suo amico d'infanzia Fedele Confalonieri  a Repubblica il 25/6/2000: “La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non. avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondatori!”Più chiaro di così poteva essere! Quanto a forza Italia, in effetti non è nata nel gennaio '94, ma qualche mere prima. Ma questa è un’altra interessantissima storia che racconteremo a parte.

Sempre nel gennaio 1994 viene estromesso dalla direzione de “ll Giornale” il suo direttore Indro Montanelli. “Il Giornale” era stato gentilmente regalato nel °92 da Silvio Berlusconi al fratello Paolo, allo scopo di aggirare la legge Mammì, che vietava la proprietà di network televisivi e giornali quotidiani. Ma, in verità, il vero padrone è sempre stato Silvio che, visto che Montanelli non voleva allineare il quotidiano a sostegno del partito della Fininvest, ha pensato bene di farlo fuori. Il fratello Paolo si è segnalato solo per questa barzelletta allusiva: “Al mio paese c’è un signore molto vecchio che cade dal decimo piano e non si fa niente. Poi finisce sotto una macchina e non si fa niente. Poi cade in un  tombino e non si fa niente. Alla  fine abbiamo dovuto abbatterlo”.

BERLUSCONI 25°esima parte

BERLUSCONI 25°esima parte
 sigle compaiono anche in altre inchieste giudiziarie: il traffico di rifiuti, il caso Kallbrunner, e indirettamente il caso Techint”. Niente male come “amicizie”! ll 17 febbraio 1992 a Milano, per colpa di una ex moglie incavolata perché l`ex marito non gli pagava gli alimenti, viene arrestato mentre cerca di buttare un po' di milioni nel water Mario Chiesa, socialista. Un inchiesta della Procura di Milano scoperchìa un sistema corruttivo imperante tra classe politica pubblica e privata. E' l’inizio di “Tangentopoli” e di “Mani pulite”, ed è la fine del Caf (Craxi-Andreotti-Forlani). L' 11 febbraio 1993 Craxi di dimette dalla segreteria del Psi: sul suo capo pendono innumerevoli  avvisi di garanzia emessi dalla magistratura, e numerose richieste al Parlamento di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. E” la fine di un quinquennio di potere fondato sulla corruzione, sulla concussione, sulla stessa alterazione delle regole e della dialettica democratiche. Dovrebbe essere la fine, ma non passerà molto tempo che sarà ancora peggio.
Come numerose delle principali realtà industriali e produttive del Paese, anche il gruppo Fininvest è parte di Tangentopoli. L”8 aprile 1993 il vicepresidente della Fininvest Comunicazioni Gianni Letta viene interrogato dal magistrato Antonio Di Pietro, davanti al quale ammette che nel 1988 l’allora segretario del Psdi  Antonio Cariglia  lo contattò alla vigilia delle elezioni per chiedergli più spazio in tv e un contributo al partito. Letta conferma di aver versato circa 70 milioni al Psdi, anche se dice di non ricordare bene. Comunque il reato di finanziamento illecito ai partiti era stato amnistiato fino al 1989. La stessa amnistia che “pulì”, per modo di dire, Silvio Berlusconi dopo la condanna per falsa testimonianza. A fine maggio del '93 il gip Italo Gritti rinvia a giudizio Paolo Berlusconi, fratello di Silvio e formale intestatario della quota di maggioranza del “Giornale” di Montanelli. L’accusa per una mazzetta di 150 milioni versati all’ex segretario regionale della Dc Gianstefano Frigerio, che avrà la bontà di speciñcare “in contanti e in nero”, per partecipare alla spartizione delle discariche lombarde. Frigerio è un altro che farà carriera nel clan Berlusconi.
ll 18 giugno 1993 viene arrestato Aldo Brancher, un altro del clan, braccio destro di Confalonieri, accusato di aver passato 300 milioni al ministro Francesco De Lorenzo. Costui diventò poi famoso per la gioielleria nel sofà  grazie ai suoi intrallazzi nella sanità. Brancher difende Fininvest, affermando che era un rapporto tra lui e il ministro. Ma il segretario di De Lorenzo, Giovanni Marone, smentisce Brancher: i soldi erano stati dati in cambio di un maggior spazio su Fininvest della campagna pubblicitaria contro l’aids. Brancher deve rispondere anche dei  finanziamenti  illeciti al giornale “Avanti" del Psi, in una altra inchiesta condotta    dai giudici di Napoli.
Il 12 luglio '93 Fedele Confalonieri, presidente della Fininvest Comunicazioni, viene interrogato dal sostituto procuratore Paolo lelo perché indagato per falso in bilancio per sospetti  finanziamenti ai partiti.  In mezzo già ci era stata la scoperta del “Piano frequenze”, quello che avrebbe dovuto ridisegnare la mappa del potere televisivo in Italia, con i carabinieri al Ministero delle Poste per farsi consegnare tutta la documentazione relativa. ll 30 maggio 1993 Silvio Berlusconi e Adriano Galliani vengono ascoltati come testimoni dal sostituto procuratore Maria Cordova presso il Tribunale di Roma. Vengono arrestati l’ex direttore generale dei telefoni Giuseppe Parrella e il suo aiutante Cesare Caravaggi, poi Davide Giacalone, uomo del ministro delle Poste Mammì, e l'ex segretario di Parrella, Giuseppe Lo Moro. Per addomesticare, la Fininvest ha pagato tangenti a Dc, Psi e Pri. Nel caso di quest’ultimo partito la tangente veniva ritirata da Giacalone, per gli altri due provvedevano Parrella e Caravaggi.

Quando il contumace, non esule, Bettino Craxi dal suo esilio volontario di Hammameth confermerà   al New York Times che anche la Fininvest è stato parte attiva nella cosiddetta “Tangentopoli”, Previti, che non poteva certamente smentire l’autorevolissimo sodale, ma essendo un tipo sottile, preciserà: “Si, ma quello della Fininvest è stato un coinvolgimento minimale, non è stato un

Rinascita Terracina: Immigrazione ..... in U.S.A.

Rinascita Terracina: Immigrazione ..... in U.S.A.: L'America sta facendo passi in avanti sulla riforma dell'immigrazione. Sarebbero circa 11 milioni i migranti che potrebbero essere ...

Immigrazione ..... in U.S.A.

L'America sta facendo passi in avanti sulla riforma dell'immigrazione. Sarebbero circa 11 milioni i migranti che potrebbero essere regolarizzati ed ottenere la cittadinanza americana. La riforma al momento è stata approvata dalla Commissione Giustizia, dopo quasi due settimane di dibattito. Il progetto e' stato approvato con 13 voti a favore e 5 contrari e passa ora all'esame del Senato, che dovrebbe iniziare l'iter prevedibilmente a giugno. Il via libera della Commissione è arrivato dopo aver inserito nel testo un allentamento delle restrizioni per le società hi-tech americane, che puntano a poter assumere senza troppi ostacoli lavoratori qualificati da Paesi come India e Cina. Molto soddisfatto il presidente, Barack Obama: si augura che il Senato avvii "alla prima occasione possibile" il confronto, che si spera si traduca in "ulteriori miglioramenti". 

"FUORI IL RAZZISMO DAL PARLAMENTO EUROPEO"


Lunedì 20 maggio il presidente del Parlamento Martin Schulz  in apertura di seduta ha espresso “vergogna” per le dichiarazioni di Borghezio citando la “nostra” petizione. Quando il giorno successivo è stata ricevuta la delegazione dai capigruppo di socialisti e democratici, popolari, liberali, verdi, comunisti gruppi diversi che, all’unisono hanno espresso altrettanta vergogna per le affermazioni offensive dell’esponente del Carroccio ai danni del ministro dell’Integrazione Kyenge abbiamo subito pensato che non si trattasse di un incontro rituale ma di una forte presa di coscienza e di una indignazione vera della gran parte del parlamento europeo per le affermazioni del deputato del Carroccio.  La sospensione di Borghezio di oggi dal gruppo Efd è pertanto la vostra, la nostra vittoria: 130mila cittadini (tutti voi) che avete voluto scolpire un concetto:
                                “fuori il razzismo dal Parlamento europeo”.  
Questa vittoria dimostra ancora una volta che una petizione non è solo uno strumento simbolico di denuncia ma può cambiare le cose, incidere addirittura e condizionare il dibattito di una imponente istituzione come il Parlamento europeo fino a determinare la sospensione di europarlamentare dal suo gruppo per le sue dichiarazioni offensive.
 E' una vittoria che ne chiama altre e, deve indurre ognuno di noi a lanciare le proprie campagne per la democrazia, per la libertà, per il lavoro, per lo studio e la ricerca, per una politica che sia “VERAMENTE”al servizio del bene comune; ma anche contro chi non abbia un comportamento di vita e un linguaggio decorosi nei confronti di tutte le Istituzioni e di tutti gli Individui, a tutti coloro siano chiamati o eletti a rappresentarci.  
 "Perché quando si sogna da soli è solo un sogno - recita una nota massima - ma quando si sogna insieme è la realtà che comincia!". 

BERLUSCONI 24esima parte.


riciclate forti somme di denaro provenienti dall'Italia...L’inchiesta produsse un primo significativo effetto     il 13 giugno 1991, a Lugano, quando furono arrestati tali Edu de Toledo e Donizete Ferriera Pena con circa un milione di franchi svizzeri in contanti. Unitamente a Gianmario Massa, cassiere della Banca Migros di Lugano pure arrestato, i due erano intenti nell’operazione di parziale pagamento di una partita di 70 chili di cocaina giunta precedentemente a Rotterdam. La droga, proveniente dal Brasile, era stata ritirata da emissari della criminalità organizzata italiana. Il rìciclatore Giuseppe Lottusi faceva capo, per le operazioni di riciclaggio, alla piazza finanziaria svizzero italiana e, in particolare, alla Fimo Sa di Chiasso”.
Della Fimo, e di Lottusí, abbiamo già accennato, ma le cronache giornalistiche del 1994 dicono qualcosa in più riguardo all’acquisto di un calciatore da parte del  Milan-Fininvest:  “Tutte le inchieste portano a Chiasso. Al numero 89 di via San Gottardo, dove ci sono le sedi di una finanziaria e di una banca che sono al centro di infinite indagini su : mafia e tangenti. E dalle quali si scopre che sono passati anche i soldi per il trasferimento di Gianluigi Lentini , l’attaccante granata acquistato dal Milan” a suon di miliardi . A parlare è stato Mauro Borsano, ex parlamentare del Psi, amico di Bettino Craxi e ex presidente del Torino Calcio, che curò la vendita di Lentini nel marzo 1992, ricostruendo davanti al pm Gherardo Colombo la trattativa e soprattutto i versamenti in nero estero su estero.
Secondo Borsano il primo accordo prevedeva un prezzo ufficiale di 14 miliardi e mezzo più un anticipo di 4 miliardi in nero. Per la gestione degli accrediti Borsano si rivolge alla famiglia Aloisio, che controlla sia la Banca Albis sia la finanziaria Fimo, entrambe di Chiasso, entrando in contatto con Emilio Aloisio, consigliere della Fimo, per poi prendere accordi per il versamento con Adriano Galliani, amministratore del Milan. I primi 4 miliardi vengono depositati sulla Banca Albis nella primavera del '92. Da lì si provvede a trasferìrli alla società Cambio Corso di Torino, sempre degli Aloisio, che consegna il controvalore in titoli di Stato a Bersano. In tutto, per il contratto di Lentini, sulla Banca Albis viene versata una cifra compresa trai 6 miliardi e gli 8 miliardi e mezzo. I soldi del Milan sono arrivati dalla Banca Ubs di Chiasso, ma Borsano sospetta che non sia quella la sorgente dei fondi neri. Comunque è sorprendente l’aver scelto l’istituto ticinese, che con la Fimo era finita in inchieste varie, compresa quella dell’arresto del Lottusi solo sei mesi prima. L’unica ipotesi potrebbe essere una spudorata sfacciataggine.
“Avvenimenti” del 9 febbraio 1994 ci dice qualcosa di più di quanto abbiamo già detto sul deus ex macchina' della Fimo, Tito Tettamanti. “Uomo potentissimo, a capo di una delle più importanti lobbies  internazionali facenti capo alla Svizzera, il gruppo Saurer, Tettamanti  è al centro di una vasta rete di rapporti d'affari e d’amicizia nel mondo della finanza europea. Socio di Vittorio Ghidella (ex numero due della Fiat, indagato a Bari per truffa ai danni della Cassa del Mezzogiorno) grande amico dell’ex  vicepresidente  del Banco Ambrosiano  Orazio Bagnasco  e del  faccendiere luganese  Marco Gambazzi  (coinvolto nelle inchieste sul crac Ambrosiano, e poi gestore del “Conto Cassonetto” del giudice Diego Curtò),  legato all'Opus Dei (e al suo boss zurighese Piter Dufi, processato a Milano per concorso in ricatto ai danni di Roberto Calvi), alla Banca Karfinco (il cui presidente, Hubert Baselmagel, è stato per anni l’analista economico del gruppo di Tettamanti), a Florio Florini,  e al deus ex macchina degli affari in Medio Oriente Nadhmi S. Auchi  (coinvolto nel giro delle tangenti del gruppo Eni, ma anche punto di riferimento a  Lussemburgo per l’area di Mauro Giallombardo e Jean Faber). Un socio di Tettamanti,  John Rossi, fu incaricato da Larini e da Fiorini di opporsi alla rogatorìa italiana sul “Conto Protezione”. Alla fiduciaria di Tettamanti, la Fidinam, e alla banca a lui collegata, la Bsi (Banca della Svizzera Italiana), si rivolse il manager Pino Berfini per smistare la “madre” di tutte le tangenti del caso Enimont. Fidiname e Bsi ,inoltre, sono entrate a più riprese nella misteriosa nascita della Merchant Bank di Cagnotti & Partners,  anch”essa coinvolta nell’affare Enimont. Ma le due

BERLUSCONI 23


Martelli e Craxi risulteranno essere stati i beneficiari del conto cifrato “Protezione” 633369, aperto presso l'Unione Banche Svizzero di Lugano dal faccendiere Silvano Latini (amico di Silvio
Berlusconi, e tramite dell’incontro Berlusconi-Craxi sul finire degli anni sessanta). Nel conto
“Protezione” afflui, tra il 1980 e il 1981, una prima tangente di 7 milioni di dollari pagata dal
bancarottiere piduista Roberto Calvi con la regia del Venerabile maestro Licio Gelli. L’operazione
venne concepita all'interno della Loggia P2 , alla quale Berlusconi era affiliato, ed era a beneficio di Craxi, padrino politico della Fininvest e intimo amico di Berlusconi.

Nel novembre 1992, in seguito al fallimento della sua finanziaria svizzera Sasea Holding Sa per un
crac da 4,5 miliardi di franchi svizzeri, circa 5 mila miliardi di lire, finisce nel carcere ginevrino di
Champ Dollon per bancarotta il faccendiere italiano Florio Fiorini. Fiorini, nel 1980, era stato il
direttore finanziario dell’Eni che, con Bettino Craxi e Roberto Calvi, aveva propiziato l’operazione
piduista  “conto Protezione” mediante un finanziamento dell’Eni per 220 miliardi di lire al Banco
Ambrosiano. Ma oltre che con Craxi e la Loggia P2, “Florio Fiorini è sempre andato fiero dei suoi
rapporti di amicizia con Silvio Berlusconi. A partire dal 1989, quando si mise in testa di fare affari
nel settore dei mass media (Odeon Tv, Pathè cinema, Mgrn), Fiorini usò quei rapporti come una
specie di biglietto da visita in un mondo che gli era sconosciuto, e che poi gli è risultato fatale. Ai
tempi d’oro della sua Sasea, quando Hollywood sembrava a portata di mano, non si contano le
interviste in cui Fiorini dava per imminente l’intervento al suo fianco dell’amico Berlusconi. Da
parte sua la Fininvest di Berlusconi partecipò, in veste di finanziatore, alla disastrosa scalata alla
Mgm  tentata da Fiorini in coppia con Giancarlo Parretti”.

“ll Mondo” del 13 giugno 1994 riporta quanto dichiarato da Fiorini in un interrogatorio del l2
ottobre 1993 davanti ai magistrati di Ginevra. “Il prezzo d'acquisto definitivo di Mgm fu di 1.312
milioni di dollari. 862 milioni di dollari furono forniti direttamente dal gruppo Crédit Lyonnais. In
particolare Mgm aveva raggiunto un accordo per cedere i diritti di trasmissione dei filrn della sua
biblioteca. Tra gli acquirenti c’era anche Fininvest Spagna. Il Crédit Lyonnais di New York scontò
il contratto d’acquisto di Fininvest Spagna per 66 milioni di dollari. Riguardo altri l60 milioni
forniti dal Crédit Lyonnais  erano in parte garantiti da un impegno della Fininvest a comprare azioni Mgm per 50 milioni di dollari. Un impegno che deve essere caduto nel vuoto in quanto non risulta che la Fininvest abbia mai comprato una partecipazione azionaria della casa cinematografica americana. In un successivo interrogatorio Fiorini ha fatto notare che il Crédit Lyonnais rinunciò a far valere le garanzie fornite da Fininvest. In quelle giornate dell'ottobre 1990, che videro la scalata
di  Parretti e Fiorini a Mgm,  anche la Popolare di Novara, allora guidata da Piero Bongianino, fece la sua parte. Dei 112 milioni di dollari che rappresentavano l’impegno diretto, poi destinato ad
aumentare notevolmente, di Sasea Holding nell’operazione, circa 50 milioni di dollari furono forniti
dall’istituto piemontese. Un prestito, come confermato da Fiorini ai giudici, che era garantito dalla
stessa  Fininvest .

Comunque Fiorini non era solo legato a Berlusconi, Craxi, la P2, ma pure al boss mafioso residente a Lugano Michele Amandini,  attraverso la finanziaria Blax Corporation di Vaduz, nel paradiso fiscale del Liechtentein. Amandini è risultato, nella maxi inchiesta chiamata Nord Sud, affiliato a una organizzazione mafiosa coinvolta nel traffico d’eroina, e in alcuni sequestri di persona (ll Mondo, l8 aprile 1994). Amandini è stato in affari anche col faccendiere sardo Flavio Carboni, a sua volta in affari con Silvio Berlusconi. Come dire: tutto torna, tutto è collegato. Per quanto riguarda Fiorini, una volta nel carcere ginevrino di Champ Dollon pare passasse il tempo ad inviare alla magistratura periodici memoriali nei quali ricorreva spesso il nome di Silvio Berlusconi.
In un rapporto datato 27 novembre 1992 inviano ai vertici della polizia cantonale ticinese, il già
citato funzionario svizzero infiltrato nel narcotraffico internazionale scrive:  “Agli  inizi del 1991
alcune informazioni confidenziali rivelarono che presso la Banca Migros di Lugano venivano

Rinascita Terracina: INCREDIBILE: DI BELLA AVEVA RAGIONE.

Rinascita Terracina: INCREDIBILE: DI BELLA AVEVA RAGIONE.: L'appello di R. T. modenese e reggiana d'adozione: "Parlate di noi" Voglio che si sappia che siamo in tanti e che pur non...

SCIENZA : La terapia DI BELLA è EFFICACE contro i TUMORI.

VERONESI SI DEVE ARRENDERE A DI BELLA.                                                                        A 100 anni dalla nascita del “poeta della scienza” ecco che arriva una conferma da parte della medicina ufficiale. Il Professor Luigi di Bella originario di Linguaglossa in provincia di Catania era stato massacrato proprio prima di morire, gli avevano dato del ciarlatano al punto che il Professor di Bella se ne andò consapevole che il suo metodo sarebbe stato attaccato da ogni fronte. Adesso però la comunità scientifica si mette in riga. L’università di Firenze e Umberto Veronesi con L’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) arrivano finalmente a dare dignità scientifica al metodo Di Bella. La terapia Di Bella si guadagna uno studio realizzato da parte dell’Università di Firenze dal nome: “Effetti combinati di melatonina, acido trans retinoico e somatostatina sulla proliferazione e la morte delle cellule di cancro al seno”. E’ uno dei pochi studi autorevoli in campo medico e che finalmente consegnano la Terapia Di Bella al campo della scienza ufficiale. Lo studio condotto dall’Università di Firenze è stato poi pubblicato sulla rivista European Journal of Pharmacology ed ha ricevuto l’approvazione del IEO in seguito alla guarigione di cellule tumorali nel seno di una trentenne. Questa volta possiamo dirlo: il metodo Di Bella è efficace contro i tumori. Il tempo delle contestazioni è ormai lontano. 

Rinascita Terracina: Lo Statista?

Rinascita Terracina: Lo Statista?: Non può sfuggire che ...( lo Statista ?) Berlusconi abbia utilizzato la piazza di Bari per attaccare personalmente Prodi, proprio mentre la...

Lo Statista?

Non può sfuggire che ...( lo Statista ?) Berlusconi abbia utilizzato la piazza di Bari per attaccare personalmente Prodi, proprio mentre la magistratura lo sta indagando per la compravendita
dei Parlamentari  che determinarono la caduta del governo del centro sinistra.
Bisogna sottolineare, per i più scettici, che il DNA di Berlusconi è intollerabile a qualsiasi 
Personalità che salendo al Colle facesse rispettare la nostra Costituzione e fosse quindi garante                       dei diritti e dei doveri di tutti Cittadini, compresi coloro che sono indagati  dalla magistratura.
A noi sembra un discorso lapalissiano, ma non è la prima volta che Berlusconi dice e compie atti 
vandalici contro la Costituzione e le Istituzioni tutte. Perché? e chiaro ormai :                                                   E' LUI LA COSTITUZIONE e TUTTE LE ALTRE  ISTITUZIONI  MESSE INSIEME
Chi lo difende ( Legali a parte) possiede una forza sovrumana.                        
   

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 22°

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 22°: intervenuta amnistia”. Sentenza passata in giudicato il l3!2/1991. Sarà stato amnistiati (che fortunal), ma la condanna per falsa testimo...

BERLUSCONI 22°


intervenuta amnistia”. Sentenza passata in giudicato il l3!2/1991. Sarà stato amnistiati (che fortunal), ma la condanna per falsa testimonianza c’e!
Tra il 1989 e il 1991 c”è una lunga battaglia fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti per il controllo della Mondatori, la prima casa editrice che controlla quotidiani (La Repubblica, e 13 giornali locali), settimanali (Panorama, Espresso e Epoca) e tutto il settore libri. Grazie a una Sentenza del giudice Vittorio Metta, che abbiamo già visto, Berlusconi strappa la Mondatori al suo concorrente. Una successiva mediazione politica porterà alla restituzione a De Benedetti di Repubblica, Espresso e giornali locali. Tutto il resto rimarrà a Berlusconi. Il tribunale di Milano troverà poi comprata la sentenza del giudice Metta grazie alle tangenti dell'avvocato Previti per conto di Silvio Berlusconi.
In un rapporto della polizia cantonale di Bellinzona, e qui siamo di nuovo in Svizzera, datato 13 settembre 1991, “Aggiornamento operazione Atlatida e Mato Grosso”, firmato dal comandante della sezione “droga” del Canton Ticino Daniele Corazzino, e dal comandante della polizia di Bellinzona Silvano Sulmeni, a pag. 2 è scritto: “Per quanto riguarda il denaro da ricevere in provenienza dall’Italia (v. nostro rapporto 10/6/91) il medesimo apparterrebbe al clan di Silvio Berlusconi. Già si dispone del codice di chiamata (per il trasferimento del denaro dall’Italia), dovranno unicamente designare  una di fiducia dì tale gruppo. Il nome di Berlusconi non deve impressionare più di quel tanto poiché anni fa, segnatamente ai tempi della Pizza Connection, lo stesso era fortemente indiziato di essere il capolinea dei soldi riciclati. All’epoca si interessava dell'indagine l’allora giudice Di Maggio, che era stato anche in Ticino per conferire con l’ex procuratore pubblico on. Dick Marty”.
Questo rapporto, rivelato dal settimanale “Avvenimenti” il 23 marzo 1994, risulta essere stato inviato anche al comandante della polizia cantonale Mauro Dell’Ambrogio, al Procuratore Pubblico di Lugano Carla Del Ponte e a quello di Bellinzona Jacques Ducry. Il rapporto continua con la testimonianza di un funzionario “coperto” della polizia ticinese infiltratosi nel giro del narcotraffico  internazionale: “Attraverso uno stratagemma sono entrato in contatto con il finanziere  brasiliano Juan Ripoli Mari, personaggio che in Brasile gode di poderosi appoggi politici, specialmente quando era al potere l’ex presidente Collor, destituito perché coinvolto in uno scandalo legato ad un vasto giro di trafficanti di cocaina e riciclatori...Juan Ripoli Mari dispone di quattro società paravento panamensi dislocate a Lugano, dove tra l’altro è in contatto con un avvocato fiduciario con fruizione di amministratore...L'intenzione di Ripoli Mari era quello di riciclare 300 milioni di dollari provenienti dalla Francia, dalla Spagna e dall’Italia, oltre ad altri 100 milioni del gruppo terroristico Eta...A suo dire, il denaro fermo in Italia e da riciclare proveniva dall’impero finanziario di Silvio Berlusconi, attualmente alle prese con grosse difficoltà finanziaria”.
Il 25 settembre, meno di due settimane da questo rapporto, la polizia di Ginevra arresta Winnie Kollbrunner, trovata in possesso di titoli rubati provenienti da una strana rapina ai danni di una filiale romana del Banco di Santo Spirito. La Kollbrunner risulta avere “trattato, per mesi, operazioni di cambio valuta fra banche per  tranches di 50 milioni di dollari la settimana. Nel passaggio si fingevano perdite sul cambio intorno al 6%, una parte delle quali (generosamente il 4%) andavano a ingrassare i conti in nero della Dc e del Psi. La Kollbrunner  ha trattato anche affari immobiliari e operazioni di cambio, tra gli altri, con Paolo Berlusconi (il fratelIino)”. Ma la Kollbrunner è anche una stretta collaboratrice del ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli (a carico del delfino di Craxi la magistratura inoltrerà richiesta di autorizzazione a procedere per ricettazione.)

Fuori Berlusconi dal Parlamento

Io ho firmato a favore della ineleggibilità di Berlusconi al Parlamento, firma anche TU: http://bit.ly/fuoriberlusconi------ Perché credo semplicemente che Berlusconi, sia un uomo affatto degno di rappresentarmi nel Parlamento Italiano in quanto ha dimostrato in molte-troppe occasioni di essere un falso democratico che proprio grazie alla democrazia cerca in tutti i modi di svuotarla nella sua essenza; e visto che c'è una legge, e come tutte le leggi, in uno Stato di diritto,deve essere rispettata, facciamola rispettare.    

Rinascita Terracina: 21° parte della vita di Berlusconi prima del 94

Rinascita Terracina: 21° parte della vita di Berlusconi prima del 94: erano. Uno dei sindaci, per esempio, Antonio Berton, è stato sindaco dal 1984 al 1994 di Bnl holding, mentre nello stesso periodo era anc...

21° parte della vita di Berlusconi prima del 94


erano. Uno dei sindaci, per esempio, Antonio Berton, è stato sindaco dal 1984 al 1994 di Bnl holding, mentre nello stesso periodo era anche titolare della Fiduciaria Padana, altro schermo societario utilizzato da Berlusconi per i suoi misteriosi aumenti di capitale. E lo stesso Berton viene pure nominato liquidatore della berlusconiana Cofint. La generosissima Efibanca verrà poi rilevata nel dicembre “99 dalla Banca Popolare di Lodi, un altro bello elemento che vedremo presto.
Qualche parola sulla vita privata di Silvio Berlusconi. Costui sarà un grande difensore della cattolicità e della famiglia, ma non si può certo dire che sia un grande esempio. Anzi, sarà l’esempio dell’ipocrisia, ma può consolarsi, visto che si troverà in buona compagnia. Berlusconi sposa nel 1965 la genovese Carla Elvira Dell’0glio, che gli darà due figli: Maria Elvira, detta Marina, nel '66, e Piersilvio nel '69. Nel 1980 conosce l’attrice Veronica Lario, vero nome Miriam Bartolini, mentre questa recita al teatro Manzoni in uno spettacolo dal titolo “Milano senza veli”. Se ne innamora e la nasconde per tre anni in una ala segreta della sede Fininvest di via Rovani a Milano. Poi la donna rimane incinta, e nel 1984, sempre nel segreto più assoluto, partorisce in Svizzera una bambina, Barbara, che Berlusconi  riconosce. Padrino di battesimo Bettino  Craxi. Nel  1985 Berlusconi divorzia da Carla Dell'0glio e ufficializza il legame con Veronica Lario (Miriam Bartolini). Questa gli dà altri due figli: Eleonora nel 1986 e Luigi nel 1988. Nel 1990 celebra con rito civile le seconde nozze, officiante il sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, cognato di Craxi. Testimoni degli sposi Bettino e Anna Craxi, e Fedele Confalonieri e Gianni  Letta. Una piccola nota sulle nascite in terra elvetica. Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, ha dato alla luce le figlie Barbara ed Eleonora nella svizzera Arlesheim. E nella svizzera Arlesheim anche Marcello Dell’Utri è diventato due volte padre nel 1981 e nel 1985. Non solo meri interessi affaristici, ma si vede che la Svizzera conviene.  In tutti i sensi.
Nel luglio '88 la Fininvest compra per 769 miliardi il 70% della Standa dalla Iniziativa Meta, controllata Montedison. Ma gli interrogativi sulla regolarità dell’operazione sono molti. Perché il presidente della Montedison, Raoul Gardini, che controllava Iniziativa Meta, aveva deciso di vendere la Standa, privando cosi di uno dei cespiti più importanti di Iniziativa Meta proprio alla vigilia della fusione di questa società con Ferruzzi Finanziaria? Poi si pone un altro interrogativo. Alla vigilia del passaggio del 70% della Standa, la Fininvest conferma che è stata la società di Silvio Berlusconi a rastrellare un pacco del 13% della Standa, ininfluente al fine del controllo, spendendo altri 75 miliardi. Perché Berlusconi spese questa somma? Mistero che si infittisce quando si viene a sapere che quel 13% era stato comperato attraverso un giro di società estere. E mistero si aggiunge al mistero quando ai 769miliardi pagati per il 70% della Standa Berlusconi va ad aggiungere 200 miliardi per acquisire una serie di immobili di proprietà della società. Cosa questa che portò Berlusconi e Gardini ad aprire una vertenza, poi risolta con accordo, con Gardini che restituì parte della somma. Infine abbiamo la stranezza del bilancio della Standa. Nei primi sei mesi dell'88 denuncia la perdita di 76,8 miliardi, contro una perdita di 21,6 miliardi del primo semestre dell'87. Ma la Standa aveva chiuso il bilancio 1987 con un utile consolidato di 24 miliardi; come è stato possibile un simile tracollo? I piccoli risparmiatori protestarono, i dubbi circolarono anche in Borsa, ma nessuno ha mai chiarito i misteri dell’operazione Fininvest -Iniziativa  Meta. ( Come si vede, anche, il falso in bilancio parte da lontano.                                                                                                                                                                Il 27 settembre 1988. al Tribunale di Padova, in un processo da lui stesso intentato contro gli autori di un libro in cui si diceva che apparteneva alla P2, Silvio Berlusconi viola l’art. 373 c.p. per falsa testimonianza. (Notiamo,Oggi, che le bugie sono una costanza della sua vita La sentenza n. 97 del 22/20/1990, n. 215/89 del Registro Generale della Corte d’Appello di Venezia dice: “Ritiene il collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità, smentite dalle risultanze della Commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese dal prevenuto avanti il giudice istruttore di Milano e mai contestate...Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso con dichiarazioni menzognere...e compiutamente realizzato gli estremi obiettivi del delitto di falsa testimonianza...Ma il reato va dichiarato estinto per

Rinascita Terracina: Berlusconi 20,° prima di scendere/salire in politi...

Rinascita Terracina: Berlusconi 20,° prima di scendere/salire in politi...: A fine maggio '97 viene arrestato negli Usa Felice Rovelli, figlio del defunto Nino , in esecuzione di una richiesta internazionale bas...

Berlusconi 20,° prima di scendere/salire in politica


A fine maggio '97 viene arrestato negli Usa Felice Rovelli, figlio del defunto Nino, in esecuzione di una richiesta internazionale basata sull'ordìnanza emessa dal Gip milanese Alessandro Rossato. Si contesta ii reato di corruzione in concorso con persone da identificare nei confronti degli avvocati Cesare Previti, Giovanni  Acampora e Attilio Pacifico. L'accusa è che ai tre Nino e Felice Rovelli diedero 70 miliardi affinché, violando i propri doveri, favorissero i corruttori nella causa con l’lmi. In seguito a quanto, tra il 2001 e 2003 la Corte d'appello di Roma condanna gli eredi Rovelli a restituire all'lmi 980 miliardi. Ma il recupero non sarà molto agevole. Nei mesi successivi verranno unificati i processi Imi-Sir e lodo Mondatori, con un protagonista: Cesare Previti. Come si è visto Nino Rovelli era ben addentro alle trame del clan Berlusconi.
Come abbiamo anche già visto, tra marzo 1981 e maggio 1984 le varie Holding ricevono oltre 12 miliardi, tutti rigorosamente di provenienza sconosciuta. Ma intanto Silvio Berlusconi si era ormai lanciato nel business della televisione. Già nel 1980 aveva annunciato di aver investito 40 miliardi  nel nuovo affare mediatico. Con l'avvento dall'agosto 1983 dell'amico Bettino Craxi alla presidenza del consiglio, le fortune di Berlusconi lievitano. Prima di continuare, però, due parole su Craxi. Costui aveva fatto dimettere il precedente governo Spadolini (quello che aveva messo fuori legge la P2), per poter andare lui al governo. Ricordiamo molto bene che quando presentò il suo programma questo era pari lo stesso del precedente governo. Al tempo c'era una inflazione pesantissima, a due cifre, Il governo Spadolini prese delle misure per far scendere l'inflazione, misure che, necessariamente, avevano bisogno di tempo per vedere i risultati. Fu durante il governo Craxi che le misure cominciarono a fare effetto, scendendo poco a poco, ma in misura notevole, a livelli normali. ll curioso, se vogliamo dire cosi, è che l'effetto arrivò alla sua fine, ricominciando poi lentamente a risalire, proprio verso il termine del governo Craxi. Ma Craxi si prese il merito del calo dell'inflazione, mentre in realtà costui non aveva proprio fatto niente per sostenere quelle misure. Bugiardo al pari del suo amico.
Torniamo a Silvio. Come d'incanto le principali banche italiane fanno la fila per prestare soldi all'amico di Bettino. Dalla Centrale Rischi della Banca d’Italia si vede che fino al 1984 il gruppo Fininvest lavorava con la Popolare di Novara, la Bnl e il Monte dei Paschi di Siena. Dal 1984 al 1987 Berlusconi ottiene decine di miliardi anche da Cariplo, Comit, Banca di Roma e Credito Italiano. Si dirà: ma la Fininvest è ormai un colosso. Però qualcosa non quadra. Efibanca, la banca d'affari del gruppo Bnl, tra il 1982 e il 1993 presta alle società di Berlusconi ben 295 miliardi. Nel rapporto dei funzionari della ßanca d'Italia viene assegnata grande rilevanza al primo finanziamento di 10 miliardi concesso nel 1992 alla Cofint. ll giudizio iniziale dell'ufficio fidi dell’Efibanca  parla di “situazione consolidata alquanto provata, che al 31 dicembre 1980 evidenzia mezzi propri per circa 16 miliardi contro debiti per 31. Ma i 10 miliardi vengono puntualmente concessi. Tre anni dopo, ìn occasìone di una modifica delle garanzie offerte al prìmo finanziamento Cofint, i responsabili dell'ufficio fidi di Efibanca parlano di "struttura patrimoniale indebolita”, e notano che a fronte di debiti certificati da Arthur Andersen nel 1983 pari a 840 miliardi, vi siano “solo notizie di stampa secondo cui il fatturato del gruppo oscillerebbe trai 1.000 e ì 1.200 miliardi, senza nessun riferimento al risultato reddituale conseguito”. Con una simile relazione la bocciatura di nuovi finanziamenti sarebbe più che logica. Invece la Dia troverà in margine al documento “un appunto con sigla non appurata: “relazione non esatta nella sua impostazione.” Insomma, Berlusconi qualche santo in paradiso dovrebbe averlo in Efibanca. Infatti chi appare tra i consulenti dell'Istituto? Proprio lui, Cesare Previti! E la società Sirea, Società italiana revisione aziendale, da chi, tra gli altri, è amministrata? Da Giuseppe Previti, fratello di Cesare e figli entrambi di Umberto. Come si suol dire, tutto torna. Infatti ben presto Efibanca rinuncia persino a chiedere ipoteche per i finanziamenti- al gruppo Fininvest, con il collegio sindacale piuttosto silente, quando avrebbe avuto tutti i diritti per intervenire. Ma pure nel collegio sindacale tanto a posto non

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 19° Prima di scendere/salire in politic...

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 19° Prima di scendere/salire in politic...: “amministratori”, e la Banca Rasini viene ceduta a Nino Rovelli. Con quali soldi di quest’ultimo non si sa, ma coni gir...

BERLUSCONI 19° Prima di scendere/salire in politica


“amministratori”, e la Banca Rasini viene ceduta a Nino Rovelli. Con quali soldi di quest’ultimo                   non si sa, ma coni giri poco puliti dell’ambiente si può tranquillamente pensare male.
Ma chi è Nino Rovelli? E, anzi, era, il proprietario della Sir, Società Italiana Resine, arrivata praticamente sull'orlo del fallimento. Nel '78, nonostante sia stato generosamente assistito dal sistema creditizio, ed abbia goduto di grandi copertine politiche, da Giulio Andreotti a Giacomo Mancini, Rovelli non ha più mezzi finanziari per andare avanti. Per i finanziamenti alla Sir è nell’occhio del ciclone la stessa Banca d'Italia, coinvolta in una inchiesta della magistratura, che finirà nel nulla, che spingerà il governatore Paolo Baffi, nella primavera del '79, a rassegnare le dimissioni.  Il 19 luglio 1979, per salvare i crediti, le banche sottoscrivono una convenzione con Rovelli e assumono il controllo della società: 700 miliardi di debiti vengono trasformati in quote di proprietà in mano agli Istituti. A firmare l’intesa sono l’allora presidente dell'Imi Giorgio Cappon e Piero Schlesinger, presidente del costituendo consorzio bancario di salvataggio, che succederà a Cappon al vertice dell’Istituto, rimanendovi però solo sei mesi, fino all'estate dell'80. Nella convenzione si afferma che Rovelli  potrà riavere il l0% della Sir se le valutazioni del patrimonio netto del gruppo daranno luogo a plusvalenze.
Nel 1980 viene costituito il Comitato per l’intervento nella Sir, finanziato con circa 500 miliardi dal Tesoro, che rileva il 60% della Sir-Rumianca. Il resto rimane alle banche.. Nel 1982 inizia la battaglia delle carte bollate. La mancata applicazione dell’accordo del 19 luglio 79 induce Rovelli a  una vertenza giudiziaria. Malgrado il dissesto della Sir abbia provocato una voragine nei conti, Rovelli dai banchi dell’imputato va a indossare ì panni del danneggiato. Nel 1986 il Tribunale Civile di Roma, sezione prima, presidente Filippo Verde, ricordatevi il nome, dà ragione a Rovellì, e nomina tre periti per la valutazione della Sir e per calcolare l’ammontare del risarcimento all’ex azionista del gruppo chimico. Nel 1988 la Sentenza viene convalidata in appello. Nel 1989 la Cassazione accoglie il ricorso dell’Imi e annulla la precedente sentenza. La causa torna in Corte d'Appello.
Nel novembre del 1990 la Corte d'Appello, giudici Arnaldo Valente e Vittorio Metta, ribalta la sentenza della Cassazione. Viene intimato all’lri il risarcimento di 800 miliardi a Rovelli. Un mese più tardi Nino Rovelli muore in Svizzera; dove nel frattempo ha spostato la residenza. L’Imi ricorre nuovamente in Cassazione. Il giudice Metta si dimetterà poi dalla magistratura e diventerà associato dello studio legale di Cesare Previti
Il 2 gennaio' 1992 l’udienza davanti alla prima sezione civile della Suprema corte si conclude con un colpo di scena: scompare la procura speciale conferita dall’Imi al collegio di difesa che lo deve rappresentare in giudizio. Il30 gennaio l'Imi sporge denuncia contro ignoti per la scomparsa della procura speciale dagli incartamenti depositati in Cassazione. Il giorno seguente ì legali dell’Imi sollevano eccezione di incostituzionalità verso l’articolo 369 del codice di procedura civile, in quanto lederebbe il diritto alla difesa. Il 6 novembre la Consulta decide di rimettere il giudizio alla Cassazione, a cui spetta di interpretare le leggi ordinarie. La procura scomparsa riapparirà nel fascicolo, accompagnata da una lettera anonima, il 10 giugno 1993.
Il 14 luglio 1993 la prima sezione civile della Cassazione condanna definitivamente l’imi a risarcire gli eredi Rovelli. Presidente è Vincenzo Salaria, consiglieri Antonio Ruggiero, Giuseppe Borre, Gian Carlo Bibolini (relatore), Rosario Morelli. Il risarcimento previsto per il 29 ottobre viene effettuato solo all’inizio del `94. Sono sui 900 miliardi  ma gli eredi  Rovelli chiedono all’Iri altri 60 miliardi per il ritardo. Ma il 1° luglio 1993 l’lmi inizia causa di risarcimento contro il consorzio bancario di salvataggio e propone il “ricorso per revocazione contro la Cassazione per errori di fatto”. Il ministero del Tesoro “ha proposto opposizione di terzo contro la sentenza della Corte d'appello“