IL PRESIDENTE MATTARELLA E IL FUTURO PRESIDENTE DEI MINISTRI.


Emanuele Macaluso:
IL "CONTRATTO" E IL MERCATO DEI MINISTRI
Si legge, nei giornali, che Luigi Di Maio ha chiesto di incontrare Giorgia Meloni senza avvertire il socio Salvini. L’iniziativa del grillino aveva un obiettivo preciso: tentare ancora quel che tenta di fare da mesi, cioè scalare Palazzo Chigi. Infatti la Meloni ha dichiarato che il Di Maio le ha chiesto di incontrarla e, nel corso della conversazione, le avrebbe proposto di sostenerlo come presidente del Consiglio. In cambio i Fratelli d’Italia avrebbero ottenuto due ministri. La risposta, ha riferito Meloni, è stata un secco rifiuto. Del resto non poteva essere diversamente: si chiedeva alla leader di FDI di pugnalare alle spalle l’alleato Salvini con un voltafaccia clamoroso. Il “Contratto” si era fatto mercato.
La cosa ridicola di questa vicenda, che ci conferma l’eccezionale qualità di statista del Di Maio, è una sua dichiarazione: ha incontrato la Meloni per dirle che il suo partito era troppo di destra per stare al governo. Quindi, il Di Maio avrebbe chiesto un incontro riservato alla Meloni per sottolineare che era di destra? Cosa peraltro di cui la Meloni si vanta apertamente. Invece, come sappiamo, Di Maio e Salvini sono fortemente di sinistra.
C’è un altro aspetto da sottolineare ed è triste. Questi personaggi hanno fatto fortuna elettorale criticando aspramente, con insulti irripetibili, i protagonisti delle trattative tra i partiti della prima repubblica: quella di De Gasperi, Togliatti, Nenni, Einaudi e La Malfa. E poi quella di Moro, Berlinguer, e anche di Craxi e De Mita. La verità è che la miseria politica con cui oggi dobbiamo convivere e fare i conti era ed è inimmaginabile. Ma chi, in questi anni più recenti, ha governato le forze di centrosinistra, porta la responsabilità con i suoi comportamenti, di avere aperto un varco a questa miseria.
(12 maggio 2018)