contro
Comincioli, la Generale commerciale e la Sofint, sostenendo che nelle operazioni
di subentro a Ravello il berlusconiano Comincioli e la berlusconiana Generale
commerciale hanno agito per conto dello stesso Carboni, interponendosi come
suoi prestanome avendone in cambio cospicui appezzamenti di terreni
edificabili. Il curioso che adendo contro la Sofint adisce anche contro sé
stesso, in quanto comproprietario effettivo della società. Comunque niente
paura, lo scontro non dura molto. Cavolo, potevano saltare fuori grovigli
inconfessabili di certi interessi poco puliti! Come, ad esempio, un giro di
cambiali tra la Sofint e le spa Finanziaria regionale veneta, Safiorano e Stella
Azzurra, società che la sentenza 8 febbraio 1986 del Trìbunale di Roma
attribuirà alla “famiglia di Josef
Ganci nel frattempo deceduto, imputato di traffico internazionale
di stupefacenti e di appartenenza a Cosa Nostra”. ll 9 ottobre 1978,
infatti, le parti comunicano al Tribunale la composizione della controversia,
estinguendo le cause, per via dell'intervenuta risìstemazione generale dei
rapporti tra Carboni e Comincioli, che è poi Berlusconi. Berlusconi paga 3 miliardi
e 800 milioni (detratto il miliardo e825 milioni già 'versati nel 1977 in
contanti e in cambiali),ottenendo in cambio la definitiva proprietà delle
società Su Ratale, Su Pinnone e Poderada. Comincioli viene confermato socio di Carboni
nella Prato Verde, che rimane intestata fiduciariamente alla Sofint (con altre
società del faccendiere sardo), Sofint che Carboni e il prestanome di Berlusconi
Comincioli controllano parìtariamente il 50%.
Ma nel 1978,
precisamente il 26 gennaio, Silvio Berlusconi si era affiliato alla loggia
rnassonica deviata e occulta “Propaganda 2”, meglio nota come “P2”, del maestro
venerabile Licio Gelli, al quale era
stato presentato dal giornalista Roberto
Gervaso. Pagata regolare quota di iscrizione di 100 mila lire, e registrato
con tessera 1816, codice e.19,78, gruppo
17, fascicolo 0625. La partecipazione alla loggia gli procurerà notevoli
vantaggi di ogni genere (come se non ne avesse mai avuti fino a quel momento); dai finanziamenti della Servizio Italia ai
crediti facili e ingiustificati del
Monte dei Paschi di Siena, con tutta gente affiliata alla P2, alla
collaborazione come commentatore di politica economica sul Corriere della Sera,
diretto dal piduista Franco Di Bella e controllato dalla Rizzoli dei piduisti
Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Umberto Ortolani.La P2 verrà poi sciolta, in quanto eversiva, con un prowedimento del
governo Spadolini. L’esito di una perizia sui bilanci della Fininvest effettuata
dagli esperti della Banca d”Italia su incarico della magistratura, ha
evidenziato che negli anni dal 1977 al 1984 sono entrati nelle casse della
Fininvest almeno 200 miliardi in contanti e a volte con assegni circolari,
transitati sui conti delle 22 Holding,
seguendo giri talmente tortuosi che di ben 114 miliardi i tecnici non sono
riusciti a ricostruire la provenienza. ll capitale sociale della Fininvest,
pari a 400 miliardi di lire, era ed è posseduto dalle 22 Holding, da Italiana
prima e Italiana 22. Il capitale di queste è posseduto per metà direttamente da
Berlusconi, e per l’altra metà da una società fiduciaria (di copertura) della
Bnl, la Servizio Italia Spa, ì cui capitali si dice che siano sempre di
Berlusconi. Questi aveva dato vita alla Fininvest Srl il 21 marzo 1975 a Roma,
con un capitale di 20 milioni, diventati poi 2 miliardi l’l1 novembre, con il
contestuale trasferimento della sede a Milano. L°8 giugno 1978 aveva fondato,
sempre a Roma, la Finanziaria di Investimento Srl amministrata da Umberto
Previti, padre di Cesare, con il solito capitale di 20 milioni. Questi diventano 50 milioni il 30 giugno, e
18 miliardi il 7 dicembre 1978. Il 26 gennaio 1979 le due Fininvest si fondono
in una sola società.
Ecco in particolare alcune “stranezze”
emerse dalla perizia della Banca d°ltalia. Il 6 aprile 1977 la Fininvest
aumenta il capitale da 2,5 miliardi a 10,5 miliardi. 8 miliardi tutti con versamenti
in contanti. Il 2 dicembre 1977 arrivano nelle casse della Fininvest altri 16,4
miliardi come “finanziamenti soci”, non si sa se in contanti o assegni causa documentazione
bancaria mancante.