BERLUSCONI 7° Parte


La società lnfrastrutture Immobiliari era stata costituita a Roma il 30 dicembre 1977, e nel 1978 la
Fininvest Roma ne aveva assunto il controllo. Nel 1980, poco prima della operazione permuta a
danno della Casati che, a titolo di precisazione, era maggiorenne dal 1972, il capitale sociale era
stato portato a 400 milioni, e il solito Luigi Rastelli ne era stato nominato amministratore unico.
La Immobiliare Briantea srl, ama a Milano il 30 settembre come  Sociali Villanova srl con
900 mila lire di capitale, con nuova denominazione nel 1978, è una scatola vuota fino ai primi mesi
del 1.980, quando l’amministratore delle Infrastrutture Immobiliari Luigi Restelli la convoglia nel
gruppo Fininvest. Ciò accade il 2 giugno 1980, con l’aumento di capitale a 450 milioni, e la nomina
del prestanome Giovanni Bettino ad amministratore unico. Dopo aver acquisito, col secondo atto
notarile del 2 ottobre 1980, gli ultimi beni terrieri dei Casati Stampa, la Immobiliare Briantea srl si
dedicherà al compito di sloggiare dai terreni di Arcore i contadini che vi sono residenti. Risolto il
problema, e ripulito le aree per poter procedere alle speculazioni edilizie, il 4 luglio 1988 la
Immobiliare Briantea verrà incorporata dalla Immobiliare Idra, che vedremo più avanti, approdo
finale di quello che si può chiamare il sacco di Arcore, o la madre di tutte le truffe.
Ma il 1973 dovrebbe essere anche l’anno in cui Luigi Berlusconi smette di lavorare per la Banca
Rasini, avendo raggiunto l°età della pensione, secondo logica. Il 28 marzo 1974 se ne va anche
Carlo Rasini. Perché non si sa bene. Secondo analisti sembra si sia dimesso per mancanza di fiducia
verso il resto del consiglio di amministrazione, in particolare degli Azzaletto. Ma l’Azzaletto padre
aveva fondato con lui la Banca  non lo conosceva? Non sapeva da dove arrivava? ll posto di
Rasini lo prende Dario Azzaletto, assommando anche la carica di direttore generale (ciò che indica
che Luigi Berlusconi non c”era, appunto, più). Il 7 giugno 1974, poco dopo due mesi, entra nella
Rasini S.p.a. Antonio Vecchione, e sarà questi a prendere l’incarico di direttore generale.
Nel 1974 nasce la Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell°Utri, grazie a due
fiduciario della Bnl, la Servizio Italia diretta dal piduista Gianfranco Graziadei, e la Saf, Società
Azionaria Finanziaria, rappresentata da un prestanome cecoslovacco, certo Frederick Pollack, nato
nel 1887. La famiglia Berlusconi va ad abitare nella villa San Martino, ex villa Casati Stampa,
ingaggiando su consiglio di Dell°Utri uno stalliere, Vittorio Mangano. Questi non è uno qualsiasi,
ma un mafioso, e neppure di poco conto, che morirà in carcere il 23 luglio 2000. La Immobiliare
San Martino, come abbiamo visto sopra, diventerà nel settembre “77 Milano 2 S.p.a.
L°arrivo di Mangano a Villa San Martino era awenuto in un clima pesante per gli imprenditori
milanesi. Lo stesso Silvio Berlusconi, oltre ai progetti di rapimento del padre Luigi e alle minacce
di sequestro del figlio Pier Silvio, aveva subito anche un attentato: una bomba contro la sede delle
sue società, l”ex villa Borletti di via Rovani a Milano. I pericoli però spariscono con 1’arrivo di
Mangano. Il che fa pensare che quanto poi raccontato sui motivi che portarono all'ingaggio di
Mangano non sia proprio vero. Anzi, sicuramente non vero.

Francesco Di Carlo, capo della potente famiglia di Altofonte, poi espulso da Cosa Nostra con
 l’accusa di aver imbrogliato gli amici fingendo il sequestro di una partita di droga, riparato a
 Londra, mafioso pentito, racconta di aver conosciuto Dell’Utri perché “Cinà me lo presentò in un
 bar di via Libertà a Palermo, a' metà degli 70. Qualche mese dopo  Dell”Utrì a Milano. In
 un uflìcio di via Larga di proprietà di alcuni nostri amici incontrai Cinà, Mimmo Teresi e Stefano
 Bontade. Quel giorno erano particolarmente eleganti. Io domandaí il perché e loro mi risposero che dovevano andare da un grosso industriale milanese amico di Cinà e Dell°Utri, e mi proposero di seguirli”. Secondo il racconto di Di Carlo, i quattro si recano nella sede del1'Èdilnord dove
 incontrano Berlusconi e Dell’Utri. Parla Bontade: “Dottore, lei da questo momento può smettere di preoccuparsi. Garantisco io. . .Perché piuttosto non pensa ad investire nella nostra bellissima isola?


Rinascita Terracina: G I U S T I Z I A

Rinascita Terracina: G I U S T I Z I A: GIUSTIZIA SCOLASTICA    Uomini e donne di domani che vogliono perseguire e concretizzare i loro sogni, le loro aspirazioni, ad inizi...

G I U S T I Z I A



GIUSTIZIA SCOLASTICA

   Uomini e donne di domani che vogliono perseguire e concretizzare i loro sogni, le loro aspirazioni, ad iniziare dal diritto allo studio. Siamo sempre più convinti che l'istruzione sia uno dei diritti fondamentali, eppure, garantire la possibilità di studiare a ragazze e ragazzi in povertà di diritti sarà nel 2013 ancora più difficile che in passato. Il sistema di istruzione pubblica sconta anni di disinvestimento e disinteresse, con effetti preoccupanti su tutti gli studenti ma addirittura drammatici su quelli più deboli. Dati ufficiali quantomeno                                                             prudenti attestano che il 18,8% dei giovani italiani è vittima di dispersione scolastica, con picchi ben più pesanti nelle regioni del Sud e in molte periferie delle grandi città. Gli studenti stranieri hanno minori chance di successo scolastico: alle scuole superiori, tra i pochi che vi arrivano, la percentuale degli iscritti in ritardo sul percorso di studi è del 70 % contro il 25 % dei coetanei italiani. 

CONDIVIDIAMO e CONFIDIAMO CHE IL PROSSIMO PREMIER MORALIZZI!



Lo stenografo del Senato come il re di Spagna
Busta paga da 290 mila euro

A fine carriera stipendi quadruplicati. Ai commessi fino a 160 mila euro

Può un senatore guadagnare la metà del suo barbiere di Palazzo Madama, come lamentano quei parlamentari che per ribattere ai cittadini furenti contro i mancati tagli dicono di prendere intorno ai 5 mila euro? No. Infatti non è così. Il gioco è sempre quello: citare solo l'«indennità». Senza i rimborsi, le diarie, le voci e i benefit aggiuntivi. Con i quali il «netto» in busta paga quasi quasi triplica.
Sono settimane che va avanti il tormentone. Di qua la busta paga complessiva portata in tivù dal dipietrista alla prima legislatura Francesco Barbato, che tra stipendio e diarie e soldi da girare al portaborse ha mostrato di avere oltre 12.000 euro netti al mese. Di là l'insistenza sulla sola «indennità». E la tesi che le altre voci non vanno calcolate, tanto più che diversi (230 contro 400, alla Camera) hanno fatto sul serio un contratto ai collaboratori e moltissimi girano parte dei soldi al partito. Una scelta spesso dovuta ma comunque legittima e perfino nobile: ma è giusto caricarla sul groppo dei cittadini in aggiunta ai rimborsi elettorali e alle spese per i «gruppi»? Non sarebbe più opportuno e più fruttuoso nel rapporto con l'opinione pubblica mostrare la busta paga reale, che dopo una serie di tagli è davvero più bassa di quella da 14.500 euro divulgata nel 2006 dal rifondarolo Gennaro Migliore?
Non ha molto senso, questa sfida da una parte e dall'altra centrata tutta su quanto prendono deputati e senatori. Peggio: rischia di distrarre l'attenzione, alimentando il peggiore qualunquismo, dal cuore del problema. Cioè il costo d'insieme di una politica bulimica: il costo dei 52 palazzi del Palazzo, il costo delle burocrazie, il costo degli apparati, il costo delle Regioni, delle province, di troppi enti intermedi, delle società miste, di mille altri rivoli di spesa che servono ad alimentare un sistema autoreferenziale.
Dice tutto il confronto con le buste paga distribuite, ad esempio, al Senato. Dove le professionalità di eccellenza dei dipendenti, che da sempre raccolgono elogi trasversali da tutti i senatori di destra e sinistra, neoborbonici o padani, sono state pagate fino a toccare eccessi unici al mondo. Tanto da spingere certi parlamentari (disposti ad attaccare Monti, Berlusconi, Bersani o addirittura il Papa ma mai i commessi da cui sono quotidianamente coccolati) ad ammiccare: «Siamo semmai gli unici, qui, a non essere strapagati».
Il questore leghista Paolo Franco lo dice senza tanti giri di parole: «Il contratto dei dipendenti di palazzo Madama è fenomenale. Consente progressioni di carriera inimmaginabili. Ed è evidente che contratti del genere non se ne dovranno più fare. Bisogna cambiare tutto». Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.
Per carità, non «ruba» niente. Esattamente come Ermanna Cossio che conquistò il record mondiale delle baby-pensioni lasciando il posto da bidella a 29 anni col 94% dell'ultimo stipendio, anche quello stenografo ha diritto di dire: le regole non le ho fatte io. Giusto. Ma certo sono regole che nell'arco della carriera permettono ai dipendenti di Palazzo Madama, grazie ad assurdi automatismi, di arrivare a quadruplicare in termini reali la busta paga. E consentono oggi retribuzioni stratosferiche rispetto al resto del paese cui vengono chiesti pesanti sacrifici.
Al lordo delle tasse e dei tagli tremontiani, un commesso o un barbiere possono arrivare a 160 mila euro, un coadiutore a 192 mila, un segretario a 256 mila, un consigliere a 417mila. E non basta: allo stipendio possono aggiungere anche le indennità. Alla Camera un capo commesso ha diritto a un supplemento mensile di 652 euro lordi che salgono a 718 al Senato. Un consigliere capo servizio di Montecitorio a una integrazione di 2.101, contro i 1.762 euro del collega di palazzo Madama. Per non dire dei livelli cosiddetti «apicali». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti col Parlamento Antonio Malaschini, quando era segretario generale del Senato, guadagnava al lordo nel 2007, secondo l'Espresso, 485 mila euro l'anno. Arricchito successivamente da un aumento di 60 mila che spappolò ogni record precedente per quella carica. Va da sé che la pensione dovrebbe essere proporzionale. E dunque, secondo le tabelle, non inferiore ai 500 mila lordi l'anno.
È uno dei nodi: retribuzioni così alte, grazie a meccanismi favorevolissimi di calcolo, si riflettono in pensioni non meno spettacolari. Basti ricordare che gli assunti prima del '98 possono ancora ritirarsi dal lavoro (con penalizzazioni tutto sommato accettabili) a 53 anni. Esempio? Un consigliere parlamentare di quell'età assunto a 27 anni e forte del riscatto di 4 anni di laurea ha accumulato un'anzianità contributiva teorica di 38 anni. Di conseguenza può andare in pensione con 300 mila euro lordi l'anno, pari all'85% dell'ultima retribuzione. Se poi decide di tirare avanti fino all'età di Matusalemme (che qui sono 60 anni) allora può portare a casa addirittura il 90%: più di 370 mila euro sul massimo di 417 mila.
Funziona più o meno così anche per i gradi inferiori. A 53 anni un commesso è in grado di ritirarsi dal lavoro con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai. E tutto ciò succede ancora oggi, mentre il decreto salva Italia fa lievitare l'età pensionabile dei cittadini normali e restringere parallelamente gli assegni col passaggio al contributivo «pro rata» per tutti. Intendiamoci: sarebbe ingiusto dire che le Camere non abbiano fatto nulla. A dicembre il consiglio di presidenza del Senato, ad esempio, ha deciso che anche per i dipendenti in servizio si dovrà applicare il sistema del contributivo «pro rata». Ma come spiega Franco, è una decisione che per diventare operativa dovrà superare lo scoglio di una trattativa fra l'amministrazione e le sigle sindacali, che a palazzo Madama sono, per meno di mille dipendenti, addirittura una decina. Il confronto non si annuncia facile. Anche nel 2008, dopo mesi di polemiche sui costi, pareva essere passato un giro di vite, sostenuto dal questore Gianni Nieddu. Ma appena cambiò la maggioranza, quella nuova non se la sentì di andare allo scontro.
E tutto si arenò nei veti sindacali. Stavolta, poi, la trattativa ha contorni ancora più divertenti. Controparte dei sindacati è infatti la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, esponente della Lega Nord, partito fortemente contrario alla riforma delle pensioni e sindacalista a sua volta: è presidente, in carica, del Sinpa, il sindacato del Carroccio. Nel frattempo, chi esce ha la strada lastricata d'oro. Il consigliere parlamentare «X» (alla larga dalle questioni personali, ma parliamo di un caso con nome e cognome) ha lasciato il Senato a luglio del 2010 a 58 anni. Da allora, finché non è entrato in vigore il contributo triennale di solidarietà per i maxi assegni previdenziali, palazzo Madama gli ha pagato una pensione di 25.500 euro lordi al mese: venticinquemilacinquecento.
Per 15 mensilità l'anno. Spalmandoli sulle 13 mensilità dei cittadini comuni 29.423 euro a tagliando. Da umiliare perfino l'ex parlamentare Giuseppe Vegas, oggi presidente della Consob, che da ex funzionario del Senato, sarebbe in pensione con 20 mila. Neppure il commesso «Y», assunto a suo tempo con la terza media, si può lamentare: ritiratosi nello stesso luglio 2010, sempre a 58 anni, ha diritto (salvo tagli tremontiani) a 9.300 euro lordi al mese. Per quindici. Vale a dire che porta a casa complessivamente oltre 20mila euro in più dello stipendio massimo dei 21 collaboratori più stretti di Barak Obama.
Sono cifre che la dicono lunga su dove si annidino i privilegi di un sistema impazzito sul quale sarebbe stato doveroso intervenire «prima» (prima!) di toccare le buste paga dei pensionati Inps. I bilanci di Camera e Senato del resto parlano chiaro. Nel 2010 la retribuzione media dei 1.737 dipendenti di Montecitorio, dall'ultimo dei commessi al segretario generale, era di 131.585 euro: 3,6 volte la paga media di uno statale (36.135 euro) e 3,4 volte quella di un collega (38.952 euro) della britannica House of Commons. E parliamo, sia chiaro, di retribuzione: non di costo del lavoro. Se consideriamo anche i contributi, il costo medio di ogni dipendente della Camera schizza a 163.307 euro. Quello dei 962 dipendenti del Senato a 169.550. E non basta ancora. Perché nel bilancio del Senato c'è anche una voce relativa al personale «non dipendente», che comprende consulenti delle commissioni e collaboratori vari, ma soprattutto gli addetti a non meglio precisate «segreterie particolari». Con una spesa che anche nel 2011, a dispetto dei tagli annunciati, è salita da 13 milioni 520 mila a 14 milioni 990 mila euro. Con un aumento, mentre il Pil pro capite affondava, del 10,87%: oltre il triplo dell'inflazione.

Ballottaggio del 2 dicembre




Tutto ciò che devi sapere sul voto del 2 dicembre

Domenica 2 dicembre si svolgerà il ballottaggio delle primarie per l'elezione del candidato premier del centrosinistra. Le domande più frequenti

pubblicato il 28 novembre 2012 , 4500 letture
#1. Ti sei registrato nell’albo degli elettori, hai ritirato il certificato elettorale, versato i due euro e votato al primo turno?
Il 2 dicembre vai al seggio dove hai votato al primo turno e vota presentando il certificato di elettore di centrosinistra, il documento di identità e la tessera elettorale.

#2. Ti sei registrato nell’albo degli elettori, hai ritirato il certificato elettorale, versato i due euro ma non hai votato al primo turno?
 
Il 2 dicembre vai al tuo seggio e vota presentando il certificato di elettore di centro sinistra, il documento di identità e la tessera elettorale.

#3. Ti sei registrato on line, ma non hai completato la registrazione ritirando il certificato di elettore del centrosinistra né versato i due euro?
Il 2 dicembre vai al tuo seggio, munito della stampa della registrazione on line, del documento di identità e della tessera elettorale. Versa i due euro, ritira il certificato di elettore di centro sinistra e vota.

#4Per motivi indipendenti dalla tua volontà non hai potuto “registrarti” nel corso dei 21 giorni in cui sono stati aperti gli uffici elettorali e la registrazione on line? 
Il 29 e il 30 novembre recati presso il Coordinamento Provinciale delle Primarie Italia Bene Comune, oppure invia un fax o una e-mail. I Coordinamenti sono aperti in ogni capoluogo di provincia. Puoi chiedere di essere registrato spiegando le tue ragioni. Il Coordinamento provinciale al quale partecipano i rappresentanti dei candidati, decide se accettare la richiesta di registrazione o meno. Entro sabato 1 dicembre 2012 riceverai la risposta e saprai se la tua richiesta è stata accettata o meno, insieme all’indicazione del seggio in cui eventualmente votare.

Fonte il comitato primarieitaliabenecomune.it

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Primarie cs, Berlinguer: "Non è modificabile la platea elettorale. Vorrei tranquillizzare tutti: le regole delle primarie non sono cambiate. Restiamo infatti fedeli al principio che tra il primo e il secondo tempo non si modificano le regole del gioco".

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FACCE DI BRONZO E RISI BEFFARDI



Facce di Bronzo e risi Beffardi
                                                                                                                                                               La presidente Polverini, ( purtroppo non da sola) parla bene e razzola malissimo.
Tutti ricordiamo che disse, a proposito dello scandalo Fiorito “Batman”, che Lei  non
…sapeva che non centrava e… che avrebbe moralizzato la politica Regionale, azzerato i finanziamenti esosi, ecc. ecc.

E’ stata clamorosamente smentita dal presidente del Consiglio Regionale Abbruzzese
qualche giorno dopo: “ Il Consiglio Regionale ha l’autonomia finanziaria ma il bilancio
è unico, tant’è vero che i fondi arrivano dalla Giunta.” “ e che l’accordo per l’aumento
dei finanziamenti è stato fatto nella commissione bilancio dove tutti sono rappresentati.”

                                                                                                                                                               Per quanto riguarda i tagli, è paradossale che ci siano stati ancora delle regalie
vergognose, in totale contrasto con quanto sta facendo, con fatica, il governo:
infatti Camera e Senato, anche per acquetare l’opinione pubblica che non ne’ può più di questi signori impuniti e prepotenti, lavorano in questi giorni su un decreto che cambierà i parametri per i vitalizi regionali, parametri che saranno un po’ più decenti della situazione attuale, e cosa fa la nostra Presidente? Si è affrettata a dare i vitalizi a tutti i Consiglieri eletti, a tutti gli Assessori esterni ed addirittura a coloro che contro la legge sono stati eletti abusivamente per 90 giorni, e  pagati profumatamente con denaro pubblico, che dire? non ci sono …. Parole, signora Presidente,

Forse la risposta sta che Lei ha manifestato l’idea di divenire un Lieder nazionale?
…ma come abbiamo fatto a non pensarci prima.
CHE DELUSIONE PRESIDE'
                                                                                                                          Rinascita Terracina

Lazio:troppo arsenico nell'acqua, e i tumori aumentano.

È ancora emergenza arsenico nel Lazio, a due anni dal primo allarme lanciato dall'Unione europea per 128 comuni italiani, quando la Regione Lazio stanziò 8 milioni di euro per risolvere il problema riguardante i suoi acquedotti. In conseguenza della lunga esposizione al veleno assorbito tramite acqua ed alimenti è a rischio la salute di un milione di persone: a Viterbo si registra un eccesso di mortalità per una serie di cause connesse, soprattutto per tumori del polmone e della vescica negli uomini. A Latina si evidenzia un +12% di mortalità dovuta sempre a numerose forme di tumore. Sono i dati contenuti nella ricerca realizzata dal dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio (in 91 comuni a Rischio), e pubblicata a meno di 50 giorni dal termine ultimo imposto dall'Ue all'Italia - il 31 dicembre - per mettersi in regola. Il quadro, soprattutto per la Tuscia e alcuni comuni della provincia di Latina (Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Sermoneta, Latina, Cisterna di Latina, Priverno, Sezze, Cori) è preoccupante. Mentre i comuni interessati nella provincia di Roma presentano effetti attenuati se confrontati alle altre due realtà provinciali. «La ricerca - ha spiegato Antonella Litta, referente dell'associazione italiana medici per l'ambiente (Isde Italia) per Viterbo - mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni, cioè che l'arsenico è legato a un aumento delle morti e delle malattie correlate». L'arsenico è da decenni considerato un cancerogeno di Classe 1 dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, eppure è presente nelle acque potabili in Italia, da oltre dieci anni, ed è «fuori controllo, arrivando a superare in alcune zone di ben 5 volte il limite previsto dall'Europa dei 10 microgrammi/litro». «Nel Lazio l'arsenico nell'acqua rappresenta ancora un'emergenza e un pericolo quotidiano per la salute dei residenti. L'Italia ha tempo fino al 31 dicembre per adeguarsi alle direttive europee sui valori di arsenico nell'acqua. Siamo ormai agli sgoccioli, la Regione Lazio metta a disposizione i fondi necessari per le opere di potabilizzazione». 

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 6°

Rinascita Terracina: BERLUSCONI 6°: dell°Ambrosiano, della ltalcasse, per la lista dei 500 esportatori di valuta, per la successiva           lista dei 962 della loggia P2,...

BERLUSCONI 6°



dell°Ambrosiano, della ltalcasse, per la lista dei 500 esportatori di valuta, per la successiva           lista dei 962 della loggia P2, e per un “suicidio” sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi a Londra.
                                                                                                                                                                     Nel 1973 la Banca Rasini diviene una S.pa., e il controllo passa dai Rasini agli  Azzaletto. ll nuovo consiglio della Banca Rasini S.p.a. è costituito da Dario e Giuseppe   Azzaletto, Mario Ungaro, avvocato romano notorio amico di Michele Sindona e Giulio  Andreotti, Rosolino Baldani e Carlo Rasini. Cambiano anche i sindaci della banca:  entrano due commercialisti di Siracusa, uno di Lecce e uno di Napoli.
Il 1973 è anche l’anno in cui il gliolo di Luigi, Silvio, acquista quella che diventerà villa                San Martino ad Arcore. E' un acquisto che dire chiacchierato è piuttosto poco. Diciamo                solo che dimostra che “brave” persone c'erano in mezzo. Annamaria Casati Stampa è           ereditiera minorenne di villa Casati, rimasta orfana nel '70 per via di un tragico fatto di              sangue in famiglia: il padre aveva ammazzato la moglie e l’amante per poi suicidarsi.               Tutore della ragazza è il senatore liberale Giorgio Bergamasco, ma pro tutore, agli effetti                quello che maneggiava tutto, è, incredibile, l’avvocato Cesare Previti che, altrettanto              incredibile, assiste Silvio Berlusconi. Un classico conitto di interessi. La favolosa villa,                 un parco da un milione di metri quadrati, campi da tennis, maneggio, scuderie, due piscine, centinaia di ettari di terreno, quadri d°autori, con annessi e connessi, viene acquistata alla            modica cifra, è proprio il caso di dire, dì 500 (Cinquecento) milioni di lire, a fronte di una
valutazione di svariati miliardi. Si badi bene che “la somma di 500 milioni è il valore della          sola “Via Crucis del Luini in 14 quadri”. Ma l’acquisto avviene non in denaro, bensi in titoli               di alcune società immobiliari non quotate in borsa. Quando la ragazza dal Brasile cercherà di monetizzare i titoli, si troverà con un mucchio di carta. Berlusconi e il suo avvocato, pro tutore  della poverina, ricompreranno le azioni, ma a metà prezzo: 250 milioni! Questa, però, è solo una sintesi di un racconto che sarebbe molto lungo, anche perché tutta la trala, o truffa per essere più precisi, è durata svariati anni.  Silvio Berlusconi prenderà possesso di villa Casati nel 1974 ma, grazie ai maneggiamenti del suo avvocato Cesare Previti, che “curava” pure gli interessi della Casati, il passaggio di proprietà non avvenne che il 2 ottobre 1980, quando finalmente venne sottoscritto il rogito per la villa di Arcore e circostanti terreni. L°atto di compravendita venne repertato al n° 36119 del notaio milanese Guido Roveda. Per quasi sette anni Silvio Berlusconi ha disposto come voluto della nuova proprietà, pur non essendone il proprietario se non fino alla rma su citata. In questi quasi sette anni le tasse sulla casa sono state tutte regolarmente pagate da Annamaria Casati Stampa su gentile “consiglio” di Previti. Poi finalmente la ragazza ha capito con chi ha avuto a che fare.                                                                                                                                                    Una sentenza del Tribunale di Roma nel 2000 ha assolto gli autori Giovanni Ruggeri e Mario Guarino, che erano stati querelati, del libro “Gli affari del presidente” in cui era descritto l’episodio. Davvero due “brave e oneste” persone i “signori” Silvio Berlusconi e Cesare Previti!                                                                                                                                              Ma la truffa non si ferma qui. Lo stesso 2 ottobre 1980 il notaio Roveda autentica anche un secondo atto di compravendita, che riguarda tutti i superstiti possedimenti terrieri di Arcore dei Casati Stampa non compresi nel primo rogito. Questi possedimenti vengono ceduti sottoforma di permuta ad una società del gruppo Fininvest, la Immobiliare Brianza srl, rappresentata dall”amministratore unico Giovanni Bottino, un prestanome residente a Milano 2. Una permuta decisamente truffaldina: in cambio dei possedimenti terrieri la Immobiliare Brianza srl “trasferisce a titolo di permuta alla Annamaria Casati Stampa di Soncino, in Donà delle Rose 55.000 azioni del valore nominale di lire 1.000 ciascuna, della Infrastrutture Immobiliari spa, con sede a Milano, via Rovani 2...l beni permutatì hanno il complessivo valore di lire 250 milioni. Egualmente le 55.000 azioni della lnfrastrutture Immobiliari spa hanno il valore di lire 250 milioni, per cui non si fa luogo ad alcun conguaglio”. in questo modo, siccome il capitale sociale della Infrastrutture Immobiliari spa   è di 400 milioni,  Annamaria Casati Stampa sarebbe diventa socia di maggioranza della società con il 62.5%. Ma il regista e artefice Cesare Previti fa in modo che alla Casati venga attribuito in realtà un valore equivalente del 13,75% del capitale sociale. E per giunta con azioni senza mercato.

....Per i Detrattori di Giorgio Napolitano

Quando la storia avrà accumulato molta sabbia nella clessidra, emergerà la grande figura del nostro Presidente della Repubblica. Uomo democratico, cresciuto nel partito comunista italiano e leader di una corrente minoritaria nel partito che ha trascorso gran parte della sua storia all'opposizione, riuscendo comunque a dare all'uomo tanti diritti e dignità che, purtroppo, negli ultimi due decenni si sono quasi del tutto perduti. E' toccato proprio a Giorgio Napolitano vedere la fine della Seconda Repubblica e si è speso in prima persona ad evitare il crac economico e istituzionale. Quando la legislatura sarà giunta alla fine, sarà ancora più lampante la dissipazione di una occasione servita su un piatto d'argento da Napolitano. Un altro Presidente, privo di coraggio e magari ostaggio dei partiti avrebbe risolto la crisi del governo Berlusconi  con il ricorso al voto anticipato, una soluzione al buio che avrebbe trascinato il Paese in una spirale di speculazione senza ritorno. Monti è arrivato a Palazzo Chigi in uno "stato d'eccezione" e ha messo in piedi, con la regia del Quirinale, l'unico governo possibile.Con la collaborazione dei partiti, e ben consci del fatto che nessuno, in quel momento aveva la bacchetta magica per tirare fuori l'Italia dal pantano creato dalla recessione, dalla speculazione e dalla mancanza di una maggioranza in grado di rispondere alle sollecitazioni che venivano dai mercati e dall'Europa. Ma gli stessi partiti che favorivano quella soluzione,
evitando il ricorso alle urne, dovevano anche approfittare di quel momento per riformare e autoriformarsi. (basta pensare agli scandali vergognosi di questi giorni) E' andata a finire come sappiamo: hanno votato tutti i provvedimenti del governo Monti, qualche volta hanno ottenuto delle modifiche, ma si sono astenuti dal fare chiarezza al proprio interno e non hanno usato il potere parlamentare per fare quello di cui il Paese ha bisogno: avviare una fase costituente da proseguire nella prossima legislatura. questo ha dato all'antipolitica una spinta eccezionale e gli scandali ne sono la logica conseguenza. Così vent'anni dopo Mani Pulite, siamo al punto di partenza. I Partiti e i "poteri forti"e non solo non  hanno le stesse responsabilità per il mancato rinnovamento in egual misura, ma tutti ne hanno una dose. Altro che prendersela con il nostro lungimirante Giorgio Napolitano, che pensino i Detrattori del Presidente.    
      

      

Rinascita Terracina: Rinascita Terracina: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DE...

Rinascita Terracina: Rinascita Terracina: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DE...: Rinascita Terracina: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI : LA PRIMA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI NON VOTATE E NON FATE V...

Rinascita Terracina: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI

Rinascita Terracina: LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI: LA PRIMA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI NON VOTATE E NON FATE VOTARE NESSUNO DI QUESTI  71 CONSIGLIERI REGIONALI DEL LAZIO  ...

LA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI



LA PRIMA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA DEI CITTADINI

NON VOTATE E NON FATE VOTARE NESSUNO DI QUESTI  71 CONSIGLIERI REGIONALI DEL LAZIO  A
QUALSIASI LIVELLO DI CONSULTAZIONE DOVESSERO CANDIDARSI
PER AVER TRADITO LA NOSTRA FIDUCIA
        FACCIAMO GIRARE SEMPRE E IN MODO CONTINUATIVO
ovviamente se si è d’accordo e senza cercare di tagliare alcun consigliere!


 Mario Abbruzzese   (PDL)                                                                                 1
·                    
·

·                     Raffaele D'Ambrosio (Unione di centro)                                                           2
 
·

·                     Bruno Astorre  (Partito Democratico)                                                                 3

·

·                     Gianfranco Gatti  (Lista Renata Polverini)                                                          4

·

·                       Isabella Rauti  (PDL)   5

 

Polverini Renata Presidente Giunta regionale    6

 

Bucci Claudio  Italia dei Valori    7


                                                                                                                                     Abate Luigi Lista Renata Polverini   8



 Battistoni Francesco  PDL    9

Berardo Rocco   Lista Bonino-Pannella   10

                                                                                                                              Bernaudo Andrea  PDL    11

 

 

Bonelli Angelo   Verdi  12

  Brozzi Mario  Lista Renata Polverini  13


Buonasorte Roberto   La Destra    14                  

 

 Cappellaro Veronica  PDL  15


Carducci Artenisio Francesco (Unione di centro)  16


Carlino Roberto Unione di centro  17
  

  Casciani Gilberti Lista Renata Polverini   18

 

Celli Giuseppe Lista civica Cittadini/e      19


Cetrone Gina PDL   20

 

Cicchetti Antonio   PDL   21

 

  Colagrossi Giovanni Loreto  Italia dei Valori     22

 

  Colosimo Chiara PDL     23


D'Aguanno Annalisa PDL    24


D'Annibale Tonino  Partito Democratico   25


 D'Ottavi Lillia  PDL    26
 
Dalia Francesco Partito Democratico     27

 

De Romanis Carlo  PDL       28


Del Balzo Romolo PDL      29

 

Di Stefano Marco  Partito Democratico    30

 

Fiorito Franco  PDL      31


Forte Aldo  Unione di centro     32


Foschi Enzo Partito Democratico    33


Galetto Stefano  PDL     34

 

Gigli Rodolfo Unione di centro    35

 

Illuzzi nicoli  Lista Renata Polverini     36

 

Irmici Pier Ernesto PDL     37

 

Lucherini Carlo  Partito Democratico    38

 

Mancini Claudio Partito Democratico     39


Mandarelli Alessandra Lista Renata Polverini    40

 

Maruccio Vincenzo Italia dei Valori     41

 

Mei Mario Alleanza per l'Italia        42

Melpignano Giuseppe Lista Renata Polverini   43
 


Miele Angelo Lista Renata Polverini   44

  

 

Miele Giancarlo PDL    45

 

Montino Esterino Partito Democratico     46
  

Moscardelli Claudio Partito Democratico     47

 

Nieri Luigi Sinistra Ecologia Libertà     48    

 

Nobile Fabio Federazione della Sinistra     49

 

Nobili Lidia PDL    50

 


Palmieri Pino Lista Renata Polverini      51


Paris Antonio Gruppo misto    52

 Parroncini Giuseppe Partito Democratico   53


Pascucci Rocco Movimento per le autonomie    54

 

Pasquali Francesco Futuro e libertà per l'Italia    55

 

Peduzzi Ivano Federazione della Sinistra     56

 

Perazzolo Maurizio Lista Renata Polverini      57

 

Perilli Mario Partito Democratico      58

Ponzo Umberto Partito Democratico    59

 

Rodano Giulia Italia dei Valori      60

Romanzi Luciano Partito Socialista Italiano     61  

 

Rossodivita Giuseppe Lista Bonino-Pannella     62

Saponaro Francesco Lista Renata Polverini    63


Sbardella Pietro Unione di centro     64

 

 

Scalia Francesco Partito Democratico    65

 

 

Storace Francesco La Destra    66

Tarzia Olimpia -Politica Etica Responsabilità-A.P.  67

 

Tedeschi Annamaria Italia dei Valori     68

Valentini Daniela Partito Democratico     69

 

Vicari Alessandro Lista Renata Polverini     70


Zaratti Filiberto Sinistra Ecologia Libertà.   71


A cura di Antonio Alla per le associazioni: Rinascita Terracina e “Il Salvagente” Diritti dei Cittadini